Milano, Boccioni torna a casa con l’opera "Materia"

Al Museo del 900 rientrati in anticipo dalla Russia ventisei capolavori della Collezione Mattioli: da Balla a Carrà a Severini e Morandi

Le operazioni di apertura delle casse (Ph. Daniele Mascolo)

Le operazioni di apertura delle casse (Ph. Daniele Mascolo)

Milano - Una spedizione nei depositi del Museo del 900, solitamente scrigno di tesori, inaccessibile ai non addetti ai lavori, riserva una sorpresa. Dalla Russia sono arrivati, con anticipo rispetto alle previsioni, 26 capolavori della “Collezione Gianni Mattioli“, una delle più importanti raccolte private d’arte italiana del XX secolo, dichiarate nel 1973 dallo Stato italiano "complesso di eccezionale interesse artistico e storico", e quindi per il loro valore "indivisibili e insostituibili", ceduta al Museo del ’900 in comodato gratuito per 5 anni. Gli addetti dell’azienda Apice, super specializzati nei trasporti di tesori d’arte, maneggiano con cura e abilità una delle opere più importanti della produzione di Umberto Boccioni, “Materia“, realizzato nel 1912 su una tela enorme (2 metri e 26 di altezza e un metro e mezzo di larghezza). E, finalmente, il capolavoro viene "svelato", tolto dalla cassa, liberato dai super imballaggi, e issato sul cavalletto.

“Materia“ raffigura la madre del pittore dipinta al balcone dello studio di via Adige, a Milano. L’opera segna l’evoluzione dello stile di Boccioni, al ritorno da Parigi dove si è potuto ispirare a Picasso. È di forte impatto emotivo. Un "bel colpo" per Milano e per il Museo del 900 che stava gia lavorando al riallestimento della Galleria del Futurismo che così sarà integrata dalla “Collezione Mattioli“ ricca anche di capolavori di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Giorgio Morandi, Mario Sironi, Amedeo Modigliani, solo per citarne alcuni fra i più importanti. I milanesi, e i turisti, assicura l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, potranno ammirarla entro l’autunno, una volta che sarà terminato l’allestimento museale. Nel frattempo si procederà come di prassi ad analizzare lo stato di salute di tutte le opere che sono state esposte all’Ermitage di San Pietroburgo (dal 15 luglio al 4 ottobre) e al Pushkin di Belle Arti di Mosca (dal 18 ottobre 2021 al 16 gennaio scorso).

Ma la conservatrice del Museo Danka Giacon assicura che "l’opera, direi tutte le opere, sono giunte a noi in buonissime condizioni, faremo il controllo millimetrico, ma sono quadri di una qualità pittorica elevata, strepitosa". In “Materia“ colpisce la forza dell’immagine delle mani della madre di Boccioni, raccolte in grembo, da cui si irradiano le direttrici luminose del dipinto. Sullo sfondo, con occhio attento, si scorgono i tetti delle case, le ciminiere della centrale elettrica, un uomo a cavallo sulla sinistra e la ringhiera del balcone che penetra nelle vesti della madre. Il tema della madre così ricorrente nella produzione di Umberto Boccioni qui raggiunge, per gli esperti, " l’apice della rappresentazione psicologica del rapporto familiare".  

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