Andrea Bocelli: "Emozione, energia, affetto. Il mio amore per Milano"

Dal primo recital con I Pomeriggi musicali alla preghiera di Pasqua in diretta mondiale nel Duomo deserto

Andrea Bocelli solo sul sagrato del Duomo a Pasqua

Andrea Bocelli solo sul sagrato del Duomo a Pasqua

Milano, 24 gennaio 2021 - «Nutro un grande affetto e ho un antico debito di riconoscenza con questa città", ammette Andrea Bocelli. "Come la musica di Verdi, Milano emoziona, commuove, educa, innesca sempre energie che potenzialmente rendono migliori. È una costante della mia vita, da quella immaginata da ragazzo tra le pagine dei Promessi Sposi, a quella ambita quando ero un giovane tenore in cerca di ascolto...".

… A quella del pubblico dei suoi concerti. "Già, dalla platea di un lontano recital per i Pomeriggi musicali a quella più vasta, protagonista di un abbraccio avvolgente, forse tredici anni fa, in piazza Duomo, davanti ad ottantamila milanesi. Penso pure al concerto in favore dei bambini di Haiti, nel 2010, poi quello che ha inaugurato l’Expo, insieme all’orchestra e al coro della Scala".

Cosa rimane di quella preghiera per il mondo che è stata l’esibizione in Duomo il giorno di Pasqua? "La preghiera è di per sé rigenerazione, è una straordinaria medicina... È stato un momento emozionante, bellissimo, in un periodo in cui il cuore di tutti noi era denso di angoscia. Quel messaggio pasquale, della vita che vince, dovremmo tenerlo bene a mente ogni giorno".

Sul sagrato cantò “Amazing Grace”, poi incisa nell’ultimo album “Believe”. "È uno degli inni di ringraziamento più coinvolgenti di tutti i tempi; scritta nel diciottesimo secolo, riesce ancora oggi a parlare al cuore della gente, ad emozionare e commuovere. L’idea di ‘Believe’ si è fatta certezza proprio quel giorno, sul sagrato del Duomo. Ho percepito, ancora più netta, l’urgenza collettiva di tornare a riflettere e a dialogare con la propria anima. E con l’album ho proposto il mio modesto contributo al riguardo".

In luglio la Fondazione che porta il suo nome compie dieci anni, ma già da oggi si regala un centro culturale a Firenze. "La scelta della data d’inaugurazione non è casuale; oggi, infatti, è la Giornata Internazionale dell’Educazione. La volontà è recuperare e rivitalizzare un bene culturale straordinario quale il Complesso di San Firenze, rendendolo non solo il fulcro operativo della Fondazione, ma anche un vero e proprio hub destinato ai giovani. In programma, tante attività di formazione per incentivare e guidare il talento dei cittadini di domani, per costruire una comunità e promuovere un dialogo attraverso attività educative, fisiche e virtuali, gratuite tutto l’anno".

Quindi? "Quindi workshop, conferenze e eventi culturali, in un progetto – ‘ABF GlobaLab’ – che unisce virtuosamente e totalmente no profit, il pubblico e il privato. La Fondazione proporrà attività continuative e, annualmente, una settimana densa di incontri ed eventi indirizzati ai giovani".

Tornando a Milano, com’è arrivata la folgorazione nerazzurra? "In collegio, ascoltando su una radiolina ‘Tutto il calcio minuto per minuto’. La passione per l’Inter è nata allora, in un periodo in cui i nerazzurri erano fortissimi e vincevano davvero tutto; una formazione fantastica, Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri… Ultimamente tifare Inter è una ‘scuola di sofferenza’, ma resto fiducioso. Tant’è vero che sto cercando di contagiare anche la mia figlia minore, Virginia, anche se temo, al momento, non sia molto interessata al calcio".  

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