Yaba, la droga di Hitler nel falso market

L’alimentari era una copertura per due bengalesi: uno già arrestato con 505 pasticche e scarcerato dopo 5 mesi

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di Marianna Vazzana

All’apparenza era un piccolo negozio di alimentari, nella sostanza un covo di spaccio allestito in via Oxilia 19, a NoLo, tra viale Monza e stazione Centrale. I sospetti dei residenti che avevano segnalato "strani viavai" e presentato un esposto a riguardo sono diventati realtà quando i poliziotti del commissariato Greco-Turro diretti dal dal vicequestore Angelo De Simone hanno perquisito il locale lunedì pomeriggio scovando 221 pillole di "yaba" di colore arancione, rosso e verde, metanfetamina diffusa tra i cittadini del Bangladesh, chiamata “droga di Hitler” o “della pazzia” perché produce effetti eccitanti, di euforia incontrollata, con aumento dell’attenzione (in un primo momento) e dell’aggressività. Yaba è un’espressione gergale thailandese. Di fatto, si tratta di shaboo con forte odore di vaniglia la cui capacità di creare dipendenza è tre volte superiore a quella dell’ecstasy: l’abuso cronico porta a un nervosismo permanente, irascibilità e allucinazioni paranoiche che portano non solo a improvvise manifestazioni violente ma anche a problemi psichiatrici. Queste pasticche hanno un diametro di sei millimetri e solitamente vengono messe in commercio con loghi (R e WY le sigle incise in quelle sequestrate in via Oxilia).

L’attività commerciale, peraltro senza elettricità per bollette non pagate, era solo una copertura. Da fuori si vedeva una vetrina con esposte bottiglie di vino e pasta; dentro la cassa, spenta, c’erano 1.500 euro. Dopo la perquisizione, il negozio è stato chiuso dalla polizia. Due bengalesi che vivevano lì dentro sono finiti in manette per spaccio: il primo è Jewel Mahamud, quarantenne, che ha dichiarato di essere il titolare, senza fornire però alcuna documentazione, e che aveva in tasca 365 euro in contanti. Da un controllo è emerso che era già stato arrestato a luglio 2019 dai carabinieri per il possesso di 505 pastiglie di yaba, sempre nel negozio, e scarcerato il 28 gennaio per la concessione della sospensione condizionale della pena. Il secondo è Alamgir Mohammed, 36 anni, sedicente addetto alle pulizie. Irregolare, ha precedenti per furti e spaccio. Nel suo portafoglio custodiva 580 euro.

I due erano in compagnia di due clienti che hanno spiegato alla polizia di essere lì per acquistare yaba: 35 euro per tre pastiglie. Sostanza che hanno detto di aver consumato più volte nel bagno del locale. Non è da escludere che negli ultimi giorni i viavai fossero aumentati per festeggiare la fine del Ramadan. Le pasticche di yaba erano dentro bustine di plastica nascoste dietro alcuni generi alimentari, sotto un materasso al piano interrato e su uno scaffale vicino alla cassa. Sequestrati anche due sacchetti di marijuana da 40 grammi, bigiotteria e due orologi di valore da taschino, forse lasciati come pegno in cambio della droga, un’agenda contenente nomi e corrispettive cifre, che con tutta probabilità rappresentano le somme provento di spaccio, in un beauty case. In una scarpa c’era pure un pezzo di hascisc da 11 grammi. Trovato poi un pacchetto di 570 bustine vuote trasparenti con chiusura adesiva, pezzi di carta stagnola già tagliati a rettangoli e un rotolo di pellicola verosimilmente utilizzati per il confezionamento della droga. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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