Vivaio, l’associazione Coscioni parte civile

Dodici famiglie in causa per "condotta discriminatoria". Niente sospensiva, ma si stringono i tempi: udienza rinviata al 5 ottobre

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Al fianco della scuola media Vivaio ieri si è costituita in giudizio anche l’associazione Luca Coscioni, che già aveva firmato la diffida al Comune per chiedere un dietrofront nel trasloco in viale D’Annunzio. Il giudice - dopo una prima discussione fra i legali - ha disposto un rinvio al 5 ottobre. Niente sospensiva - anche perché il trasloco nel frattempo è slittato a gennaio - tempi stretti per la decisione. "Ha rappresentato la sua intenzione di trattenere il fascicolo per decidere in tempi molto brevi – sottolineano dalla scuola media di via Vivaio –. I genitori ricorrenti esprimono soddisfazione per il sostegno ricevuto da parte dell’Associazione Luca Coscioni e per l’attenzione che il giudice ha dimostrato al merito della vicenda". Oltre a due ricorsi pendenti al Tar, la causa civile per "discriminazione" è portata avanti da 12 famiglie di bimbi con disabilità, difesi da Barbara Legnani e Gaetano De Luca.

"La decisione di trasferire la sede scolastica in un edificio inidoneo ad accogliere il progetto didattico, pone i bambini con bisogni speciali in posizione di maggior svantaggio rispetto ai compagni non disabili – si legge nel ricorso –. La struttura inaccessibile, priva di quegli spazi funzionali alla didattica speciale dell’Istituto, toglierà proprio a loro l’accesso ai percorsi formativi, inclusivi e sicuri, loro necessari". Oltre alle storie dei ricorrenti, i legali avevano ricordato la peculiarità della scuola media "che accoglie oggi circa 245 alunni, caratterizzandosi per un’altissima percentuale di minori con disabilità: 45 allievi sono certificati ex L. 1041992 (di cui 20 gravi e 12 sono odierni ricorrenti); sei alunni sono in sedia a rotelle e circa altri quattro hanno difficoltà motorie; 22 bambini sono non vedenti o ipovedenti, 17 sono riconosciuti Dsa, ed altri hanno comunque bisogni educativi speciali certificati che devono essere accolti con interventi educativi speciali". Oltre a contestare che "la complessiva condotta posta in essere dal Comune di Milano costituisca discriminazione e, in particolare, una discriminazione indiretta in considerazione dei maggiori effetti svantaggiosi che stanno subendo, subiscono e subiranno gli alunni con disabilità ricorrenti rispetto ai loro compagni senza disabilità", si contesta anche la violazione delle norme di sicurezza per le "tante barriere architettoniche che non riusciranno ad essere completamente rimosse. Si.Ba.

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