Vanzago, bimbi maltrattati all'asilo: ecco i racconti choc delle studentesse

Indagine dei carabinieri, le testimonianze delle stagiste di un istituto professionale di Rho "Quando siamo andate a svegliare una piccola, l’abbiamo trovata col vomito addosso"

Milano, 28 gennaio 2023 - Il profilo Facebook è pieno di foto che mostrano i piccolissimi allievi impegnati in attività ludiche. Istantanee che immortalano sorrisi e momenti di felicità. Uno scenario idilliaco che però non sembra trovare alcun riscontro negli atti dell’indagine dei carabinieri della Compagnia di Legnano, che descrivono quell’asilo nido privato di Vanzago (quantomeno tra fine marzo e metà maggio 2022) come un luogo in cui diciassette bambini sarebbero stati costretti a subìre a più riprese insulti, spintoni e ginocchiate. Anzi, proprio quegli scatti – nella versione di una delle sei studentesse dell’istituto professionale Puecher-Olivetti di Rho che hanno raccontato la loro esperienza di stage ai militari – sarebbero stati soltanto un modo per "ingannare" mamme e papà: "Notavamo che facevano fare i lavoretti ai bambini giusto il tempo di fare la foto da mandare ai genitori, tutto sotto gli occhi di B. ( la titolare, ndr ), che mi dava l’impressione di ripudiare i bambini".

Purtroppo, nell’ordinanza notificata dagli investigatori dell’Arma ci sono fatti ben più gravi, tali da spingere il gip Ileana Ramundo a disporre per la direttrice B.R. e per le cinque educatrici L.B., C.G., M.M., M.T. e M.G., indagate per maltrattamenti aggravati dal pm Maria Cardellicchio, la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria e la sospensione per dodici mesi dall’attività di insegnamento in qualunque struttura pubblica o privata. Per il giudice, le sei indagate hanno mostrato "una tale incuranza, insensibilità e spregio verso i bimbi che ne confermano non soltanto una personalità fortemente negativa perché incapace di percepire il disvalore, ma anche una indiscutibile incapacità di autocontrollo sì da ritenere le stesse inidonee allo svolgimento della professione di educatrici". Le dichiarazioni delle ex stagiste tratteggiano un quadro davvero desolante. Prendiamo la testimonianza di Sara (nome di fantasia), che descrive il comportamento della "più esagitata", la ventiseienne M.M., nei confronti di un bimbo di 14 mesi che quel giorno stava piangendo: "Lo mette su una cesta-dondolo cullandolo un po’, il bambino continua a piangere. Allora M. prende la cesta con il bimbo, lo mette nel bagno adiacente la cucina e lo lascia lì al buio con la porta chiusa: avevo modo di sentire il bambino che continuava a piangere, urlava: infastidita di ciò, allora io vado a prendere il bambino, che si è aggrappato ai miei vestiti come a dirmi di non rimetterlo giù".

E ancora : "Ho notato che davano da mangiare a tutti i bambini con lo stesso cucchiaio e la stessa forchetta, anche se i bambini stavano male, infatti un giorno si presentarono all’asilo solo dieci bambini perché gli altri stavano male". A proposito di numeri, il nido poteva ospitare 23 bimbi, come da autorizzazione di Ats, ma ce n’erano sempre di più, fino a 30. Ovviamente, non c’era posto per tutti, specie per il riposino pomeridiano. E così i più piccoli, selezionati proprio perché non parlavano ancora e non avrebbero potuto riferire a casa quello che succedeva, finivano a dormire in bagno e "sui materassi nel salone". Alcuni venivano addirittura derisi per il loro aspetto fisico e apostrofati coi termini "bulldozer" o "involtino". Altri finivano, loro malgrado, in un folle gioco che li vedeva come birilli in movimento da colpire: dopo aver abbassato le tende dei vetri che davano sulla strada, le educatrici, due in particolare, iniziavano a lanciare ciabatte, pantofole e palline di plastica, assegnando un punteggio alle parti del corpo da centrare; il più alto era il 5 e veniva conseguito da chi faceva cadere a terra uno dei piccoli.

A volte, sempre stando alle accuse, è successo pure che qualcuno sia stato colpito da una ginocchiata o da una gomitata, con ferite al labbro e piccole fuoriuscite di sangue. Cosa facevano le educatrici in quel caso? Lavavano gli abitini sporchi per non destare sospetti nei genitori. "Nel momento di andare a letto – la frase choc di Anna, altra ex stagista – una bambina piangeva sempre, faceva fatica ad addormentarsi. È stata chiusa in bagno nel passeggino, per farla smettere di piangere, e quando siamo andate a svegliarla l’abbiamo trovata con il vomito addosso".

 

 

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