"Ufficio addio, scegliamo il coworking 4.0"

Viaggio nel nuovo sito Wellio in via Torino, dove si sperimenta il lavoro post-Covid. Spazi flessibili e servizi in comune fra le aziende

Migration

di Andrea Gianni

Una moderna installazione luminosa Flos attraversa in verticale la tromba di scale che ha conservato la tipica architettura dei palazzi milanesi di inizio Novecento. Lungo i piani si snodano open space, dove decine di under 30 lavorano alla loro postazione davanti al computer, intervallati da aree relax. In cima al palazzo una terrazza affacciata sulle guglie del Duomo di Milano, con salottini e scrivanie all’aria aperta. La nuova frontiera dell’ufficio post-Covid è all’angolo fra via Torino e via Dell’Unione: un modello scelto in questo caso non da startupper e freelance, tipica clientela dei coworking, ma da società radicate da anni a Milano o realtà da poco approdate in città che stanno vivendo una fase di espansione. Espressione di un sistema misto di lavoro in presenza e smart working destinato a rimanere anche dopo la pandemia, che spinge le aziende a cercare spazi più flessibili e con meno costi di gestione.

Il sito Wellio aperto da Covivio in via Torino - con un investimento per la ristrutturazione di circa 15 milioni di euro - segue quello inaugurato nell’agosto del 2020, in piena pandemia, in via Dante, sempre nel cuore di Milano. Entrambi hanno registrato il tutto esaurito, segnale di una domanda con ancora "forte potenziale di crescita". Alle 370 postazioni in via Dante si aggiungono quindi le 480 di via Torino. Lo storico palazzo, in passato sede degli uffici di Saras e Intesa Sanpaolo, è stato acquistato da Covivio, riqualificato e messo sul mercato offrendo alle aziende uffici “chiavi in mano“, con un canone mensile di circa 700 euro a singola postazione. Qui hanno trovato casa la multinazionale dell’energia E.ON, che si è trasferita da Porta Nuova, la fintech Viceversa che si occupa di investimenti nel settore del digitale, e la italo-francese Iziwork, agenzia di somministrazione 100% digitale. Realtà di settori diversi, legate dalla scelta di un modello di ufficio diverso rispetto a quello tradizionale, un “coworking 4.0“ con servizi in comune, sistemi che consentono il risparmio energetico e un’unica reception per tagliare le spese di gestione.

"La scelta di avere una sede nel centro di Milano è dettata anche dalla sostenibilità – spiega Christian Zaum, Cfo di E.ON Italia – perché vogliamo che i nostri dipendenti vengano al lavoro con i mezzi pubblici, non in auto". Il brasiliano Pedro Salvi, co-founder di Viceversa, punta su spazi flessibili anche prevedendo un’ulteriore espansione dell’azienda perché "all’inizio eravamo in 4 e oggi siamo già in 20". Anche Iziwork è passata da 27 persone a un centinaio e, sottolinea la manager Valentina Ruvo, "eravamo in un altro coworking e stavamo esplodendo". Una richiesta di spazi che spinge Covivio, una delle realtà leader negli uffici, a pianificare nuovi investimenti. "Stiamo facendo valutazioni su immobili che abbiamo già nel portafoglio, come quello in corso Italia – spiega l’ad Italia Alexei Dal Pastro –. La nostra formula ideale è unire, nello stesso edificio, uffici tradizionali e spazi Wellio, intercettando i processi di trasformazione del modo di lavorare".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro