Tessere a punti e uova di Pasqua Emporio solidale, la spesa per tutti

Il nuovo punto di Caritas e associazione La Rotonda: sugli scaffali i prodotti donati dai benefattori

Migration

di Monica Guerci

Un uovo di Pasqua costa 1 punto e 50, servono 2 punti per una Colomba. Siamo allo spazio InOltre in via Fiume 2, nel quartiere di via Gorizia a Baranzate, dove Caritas Ambrosiana con l’associazione La Rotonda ha avviato il secondo Emporio della solidarietà dall’inizio della pandemia. Salgono così 11 i minimarket solidali nella diocesi di Milano. "La ricostruzione post Covid deve iniziare già adesso e non può prescindere da un aiuto che non mortifica - osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. In questo anno abbiamo deciso di investire i nostri sforzi su queste strutture che, a differenza di altri sistemi di distribuzione di aiuti, consentono alle persone in difficoltà di scegliere, come in un normale negozio di alimentari, quello che vogliono. Possibilità di scelta, autonomia e coinvolgimento fanno la differenza tra l’assistenza e la promozione umana".

Realizzato con scaffali e mobili recuperati da qualche benefattore, l’Emporio di Baranzate sostiene 110 famiglie. "Contiamo di poterne aiutare a breve altre 40 - spiega Jacopo Fioravanti de La Rotonda - faranno riferimento qui anche le Caritas bollatesi e il confinante quartiere di Quarto Oggiaro". C’è di tutto. Pasta, pane, frutta, verdura, surgelati e prodotti per l’igiene personale. Ci sono anche le offerte, i punti necessari per gli acquisti si scaricano da una tessera a scadenza mensile data in dotazione alle persone bisognose dal Comune. Fra i fornitori per beneficienza ci sono Barilla, il gruppo di famiglie "Dieta solidale" che raccolgono alimenti di prima necessità. Da maggio a dicembre scorso hanno raccolto due tonnellate di cibo. Mentre da Appiano Gentile le Piccole Apostole di Gesù quando vengono a Baranzate portano con sè i prodotti del loro orto. "Tantissime persone sono sprofondate nella povertà e hanno bussato in parrocchia - spiega don Paolo Steffano, il parroco del Sant’Arialdo -. Noi le abbiamo aiutate, aumentando il numero di pacchi alimentari e avremmo potuto continuare a farlo. Invece abbiamo preferito scegliere un altro modello che supera la semplice assistenza".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro