Regione Lombardia e i tagli ai punti nascita, scatta la protesta dei campanili

Annunciata scure sui reparti Maternità di Angera, Piario, Chiavenna o Gravedona e Casalmaggiore

Giulio Gallera

Giulio Gallera

Milano, 15 giugno 2018 - «Le leggi si rispettano». Magari non le condividiamo, «ma vanno osservate». Così Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare ha chiarito la posizione del Pirellone dopo l’annuncio della scure che cadrà sui reparti Maternità di Angera, Piario, Chiavenna o Gravedona e Casalmaggiore. Altrettanti ospedali, inseriti in territori nei quali sindaci, comitati, operatori hanno già preparato le barricate. Nessuno vuole perdere i piccoli ospedali. Sindaci che minacciano di restituire le fasce tricolori, mamme che occupano i reparti, striscioni, appelli all’efficienza dei piccoli poli sanitari. Sarà, probabilmente, tutto inutile. Ma le operazioni di lobby territoriale sono già partite. Eppure dietro al taglio non c’è solo il limite (di sicurezza) dello standard di almeno 500 parti all’anno. C’è anche una cronica carenza di specialisti in ginecologia. E quelli che ci sono, di norma, preferiscono lavorare in grandi poli e non in piccole realtà. Ma nessuno si rassegna, anche all’opposizione. Il senatore Pd Antonio Misiani già si schiera contro lo stop al polo di Piario (Bergamo), definito «un errore».

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