Soldati curati a Milano Verifiche sul consolato

Si allarga alle "dinamiche che hanno consentito ai due presunti aggressori di allontanarsi dal territorio nazionale e su eventuali connivenze o complicità in ambito consolare e sulle modalità di arrivo in Italia dei combattenti libici" l’indagine sul caso dei tre combattenti libici feriti curati al gruppo San Donato. Due di loro rientrarono subito in patria - senza rispondere del reato - dopo aver accoltellato un connazionale nel gennaio 2020 a Milano. Sul caso, già all’attenzione della Procura (del pool antiterrorismo di Alberto Nobili) fa il punto alla Camera la viceministra degli Esteri Marina Sereni, in risposta al deputato Erasmo Palazzotto. Risulta a Palazzotto che la fuga dei due libici sarebbe avvenuta "in auto fino a Roma da dove sarebbero stati imbarcati su un volo per la Libia". Il deputato di LeU accredita l’ipotesi degli inquirenti sul fatto che i libici sono stati "fatti rientrare immediatamente nel timore che, indagati per l’aggressione, avrebbero potuto rivelare qualcosa che sarebbe dovuto rimanere segreto". La Sereni ha svelato: "Il ministero dell’Interno ha indicato che è attivo un accurato monitoraggio da parte degli organismi di sicurezza nei confronti di tutti i militari e combattenti libici feriti".

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