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Milano, 15 settembre 2022 - "Vedevo gente che giocava tutti i giorni. Anche anziani che buttavano via centinaia di euro e che non ne volevano sapere di smettere. Talvolta scoppiavano liti davanti alle macchinette. Così ho preso una decisione: niente più slot nel mio locale". Alessandro Dachille ha 40 anni e dal 2012 gestisce il Bar Cafè des Amis al quartiere Forlanini. Al posto delle macchinette ha voluto un flipper e un calcio balilla "che non rovinano nessuno. Per me rappresentano un ritorno all’infanzia. E vedo che anche i più piccoli ne sono affascinati".
Quando ha preso in gestione il bar, ha ereditato pure le slot dal vecchio gestore? "Purtroppo sì. All’inizio non le vedevo come un problema, anzi garantivano un buon margine di guadagno. Ma subito mi sono reso conto di quanto fossero dannose sia per i clienti e sia per il locale stesso. Prima di tutto perché non c’era un clima sereno: mi è capitato di assistere a litigi anche molto animati tra avventori; per esempio, c’era chi pretendeva soldi dal giocatore successivo in caso di mano vincente, sostenendo di aver “speso“ di più. Come se gli spettassero di diritto avendo inserito più banconote dell’altro. Vedevo gente che passava le giornate a buttare soldi in quelle macchinette e mi dispiaceva sempre di più. Senza contare che i litigi non attiravano famiglie e persone perbene tra i clienti. Così ho deciso di togliere le macchinette, appena dopo il mio arrivo. Sono passati dieci anni".
Ha rinunciato quindi a un surplus di guadagno? "Sì, ma ci ho rinunciato volentieri per non dover più assistere a scene come quelle. E poi, a dirla tutta, io penso di averci guadagnato perché c’è stato un cambiamento in meglio: i clienti sono aumentati e il bar è diventato un punto di riferimento per tutto il quartiere. C’è chi entra anche solo per salutare e scambiare due chiacchiere, sapendo di trovare un bell’ambiente, più sicuro rispetto all’inizio. Io volevo questo, penso che garantire un luogo accogliente, senza la presenza di macchinette “mangia soldi“ sia un valore aggiunto. Senza contare che la presenza delle slot avrebbe anche pesato di più sulla bolletta dell’energia elettrica, che già è il quadruplo rispetto all’anno scorso".
Ha eliminato anche altro? "Sì: i tagliandi dei Gratta&Vinci. Da me non si trovano, sempre per lo stesso motivo. Ho visto pensionati giocare fino a 300 euro al giorno. Si stavano rovinando con le loro stesse mani. Nel mio piccolo, ho voluto fare qualcosa".
Le è capitato di essere aggredito, anche solo verbalmente, da clienti che non volevano smettere di giocare dopo l’orario consentito? "Io spesso consigliavo di smettere e ricevevo insulti oppure delle rispostacce. Era diventata una fatica, un lavoro in più anche staccare la spina. Anche questo mi ha spinto a dire basta alle slot. Erano dannose".
E ha deciso di sostituirle con il flipper? "Il flipper e il calcio balilla consentono di divertirsi in maniera sana e rappresentano un’attrazione. Con poche monete si può giocare anche tutto il pomeriggio: con 1 euro si ha diritto a 3 palline. E nel locale portano un tocco vintage che mi piace molto. Sono giochi che ho in comodato d’uso da un gestore. Noto che piacciono sia agli adulti e sia ai giovani: tanti provano a giocare, dimenticandosi dei cellulari. Altro valore aggiunto".
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