Simona Ventura nei guai col Fisco: "Dichiarazioni dei redditi infedeli"

Milano, via al processo contro la showgirl. Per la Procura incassi personali passati a una società

Simona Ventura

Simona Ventura

Milano, 15 ottobre 2019 - È in arrivo un guaio con il Fisco italiano per la brillante conduttrice tv, Simona Ventura. Una tegola per la regina del piccolo schermo che, dopo il suo ritorno in televisione con una trasmissione domenicale, proprio ora si apprestava a organizzare i preparativi delle nozze. «Sposo Giovanni», aveva annunciato un mese fa: il fortunato futuro marito è l’ ex assessore di Milano e giornalista Giovanni Terzi.

Secondo l’accusa della Procura milanese, la Ventura avrebbe presentato una dichiarazione infedele dei redditi relativamente a quattro annualità comprese tra il 2012 e il 2015. L’ammontare sarebbe di alcune centinaia di migliaia di euro e rigaurderebbero i contratti sullo sfruttamento dei diritti di immagine. Dell’inchiesta se ne occupa il pm Silvia Bonardi. Agguerritissimi i suoi legali Jacopo Pensa e Federico Papa chiariscono subito: «Simona Ventura – hanno spiegato – nulla ha a che fare con questa scelta fiscale operata da professionisti, lei ha da subito aderito all’avviso dell’Agenzia delle Entrate e sta pagando il debito tributario, essendo comunque lei la titolare dei diritti e dei doveri tributari». In sostanza, secondo le indagini della Gdf e della Procura milanese, tra il 2012 e il 2015 la conduttrice avrebbe addebitato parte dei suoi ricavi e dei suoi costi ad una società, la Ventidue srl, quando, invece, avrebbe dovuto addebitarli a se stessa come persona fisica. Cioè i ricavi avrebbero dovuto, dunque, entrare nella sua dichiarazione dei redditi e non in quella della sua società.

Al centro dell’indagine , come si diceva, ci sono i compensi relativi a contratti sullo sfruttamento dei diritti di immagine per la sua attività professionale. Contratti di questo genere - con una parte dei compensi pagata direttamente agli artisti e un’altra parte a società a loro riconducibili - negli ultimi anni hanno spesso fatto finire nei guai col Fisco diversi volti noti. Per la difesa, a Simona Ventura «non può essere contestata alcuna evasione fiscale, perché da parte sua non c’è stato alcun dolo e lei, in sostanza, ha soltanto utilizzato uno schema fiscale predisposto dai professionisti». Ieri mattina si è tenuta la prima udienza, davanti al giudice Sandro Saba della seconda sezione penale del Tribunale milanese. Nel corso della mattinata è stato ascoltato come testimone un investigatore della Gdf che ha spiegato da cosa è partita l’indagine, il processo è stato rinviato a gennaio. La Ventura , che non era presente in aula, qualche piccolo guaio con il fisco lo aveva avuto anche in passato, tra il 2005 e il 2006 quando conduceva «Quelli che il calcio...». Allora la Guardia di Finanza le aveva contestato di aver sottratto alle tasse redditi per un milione e 200mila euro circa. Denaro non sufficientemente documentati, legato a pagamenti personali fatti con carte di credito e per i quali non erano rintracciabili le fatture. C’è da scommettere che “SuperSimo” saprà affilare le unghie anche stavolta e saprà difendersi al meglio anche da queste accuse.  

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