Siccità, adesso la Lombardia chiede aiuto al Trentino

Avanzata la richiesta di ricevere 5 milioni di metri cubi d’acqua per l’agricoltura. C’è l’intesa politica, ora tocca a Terna decidere

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Milano - ​La Lombardia chiede aiuto al Trentino per contrastare l’emergenza siccità e avere acqua da destinare all’agricoltura per altri dieci giorni. Nel dettaglio, l’esecutivo di Palazzo Lombardia ha avanzato la richiesta di avere cinque milioni di metri cubi di acqua dai serbatoi di malga Bissina e malga Boazzo, in alta val Daone, nelle Giudicarie (in provincia di Trento). A beneficiarne sarebbe la provincia di Brescia, attraverso il fiume Chiese e il lago d’Idro. Il condizionale è d’obbligo perché l’accordo politico tra la Regione Lombardia e la Provincia Autonoma di Trento c’è. Manca, però, il via libera di Terna, il gestore degli impianti idroelettrici. La risposta era attesa già ieri, ma arriverà oggi.

«Abbiamo posto la questione a Terna perché i 10 milioni di metri cubi di acqua presenti nei bacini di malga Bissina e malga Boazzo, a fronte di una capienza massima di 65 milioni di metri cubi, sono considerati riserva di potenza per il sistema elettrico nazionale, prevista dalla concessione idroelettrica per le centrali di Boazzo, Cimego e Storo, in base a un decreto ministeriale del 1958" spiega Mario Tonina, vicepresidente della Provincia di Trento. "Con quei 5 milioni di metri cubi di acqua – fa sapere Massimo Sertori, assessore lombardo alla Montagna – riusciremmo a dare sollievo alla nostra agricoltura per un’altra decina di giorni, in particolare in provincia di Brescia. Siamo in attesa".

Nel frattempo le pioggie cadute nelle ultime 24 ore hanno avuto effetti diversi a seconda delle aree del Paese. La Lombardia rientra, però, tra quelle in cui gli effetti benefici sono stati più limitati. A stabilirlo è stato, ieri, l’“Osservatorio sulla crisi idrica del fiume Po“. Secondo quanto si legge nel report le precipitazioni sono state "molto utili negli equilibri idrologici a breve termine del fiume Po e degli affluenti: in taluni casi, soprattutto sui rilievi montani e pedecollinari di Piemonte e Liguria e in tono minore su Emilia, Lombardia e Veneto, le piogge hanno toccato anche i 58-60 millilitri, incrementando i livelli del Grande Fiume, che in poche ore sono passati da 161 a 200 metri cubi al secondo". "L’incremento di portata – si sottolinea subito dopo – non risolve il problema del pesantissimo deficit esistente ma, di fatto, lo sposta, in avanti di una decina di giorni, scongiurando però, per ora, la massima conseguenza della siccità stagionale, ovvero un preventivo e dannoso stop al prelievo".

Attualmente sono i fiumi Adda, Ticino, Dora e Mincio a garantire acqua al Po. E a loro volta la ricevono dal lago Maggiore e dal lago di Garda, grazie al contributo dei rilasci degli impianti idroelettrici. Come riportato su queste pagine, la Giunta regionale ha infatti prorogato l’accordo raggiunto il 16 giugno scorso con le aziende che gestiscono gli impianti idroelettrici lombardi. Detto altrimenti, per quanto riguarda l’asta del fiume Adda, la Regione e le aziende dell’idroelettrico con impianti in Valtellina hanno concordato di continuare a turbinare 4 milioni di metri cubi d’acqua al giorno fino al 31 luglio.

"Una scelta – aveva spiegato Sertori – possibile grazie alla collaborazione dei gestori, come ovvio, e, in particolare, grazie alla riattivazione dell’impianto Enel di Alpe Gera (Sondrio ndr ), un impianto ora in manutezione ma sul quale si potrà contare dal 9 luglio". Poi ecco il milione di metri cubi di acqua che dal 25 giugno e indicativamente fino al 5 luglio sarà rilasciato nel lago d’Iseo. Questo il puzzle di misure e numeri attraverso il quale si sta cercando di raggiungere l’obiettivo "di sostenere il comparto agricolo lombardo almeno per la prima stagione irrigua". Ora sarebbe preziosa anche l’acqua del Trentino.

mail: giambattista.anastasio@ilgiorno.net

 

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