Sesto: taciturno, si era isolato dagli amici. Così un figlio è diventato carnefice

La madre del ragazzo che ha ucciso e fatto a pezzi il padre: ma non c’era alcuna avvisaglia di tragedia

L'arrivo della Scientifica nell’appartamento del delitto

L'arrivo della Scientifica nell’appartamento del delitto

Sesto San Giovanni (Milano) - ​Andava a fare la spesa, cucinava, puliva casa. Non frequentava più la scuola, ma si occupava delle faccende domestiche e di quel padre che ormai da anni lottava con la depressione. È questo il ritratto che esce dal racconto di Sonia Ramona Rivas, la madre di Gianluca Loprete, il 19enne accusato di aver ucciso il padre Antonio e poi di averlo fatto a pezzi prima di chiamare il 112 domenica mattina. I carabinieri di Sesto hanno ascoltato per ore la donna, arrivata dall’Austria dove vive da qualche anno. «Non me lo so spiegare", ha continuato a ripetere. Dopo essersi separata dal marito, banchiere 57enne di Bpm, aveva lasciato Sesto nel 2017. Gianluca aveva vissuto un po’ con lei, tra Bolzano e Merano, e un po’ col padre e insieme andavano comunque a trovarla nel fine settimana. L’aveva anche seguita per un periodo in Austria, ma non era riuscito ad ambientarsi: non voleva studiare, non voleva andare a scuola e aveva trovato troppe difficoltà a inserirsi, soprattutto per la lingua.

Così era tornato a vivere stabilmente con il genitore in via Saint Denis. Lei li chiamava tutti i giorni e una volta a settimana rientrava a Sesto. Da un lato c’era Antonio con la sua fragilità nata dal suicidio del padre, poliziotto in pensione, nei primi anni del 2000. Una ferita sempre più profonda che era sfociata in una depressione e che, negli ultimi mesi, si era talmente accentuata che non riusciva ad andare al lavoro. Allo stesso modo anche Gianluca si era aggravato. Ultimamente Antonio era molto preoccupato: all’ex moglie raccontava che il 19enne si era isolato da tutti, anche dagli amici. Stava sempre in casa, si era chiuso e non parlava. La vittima lo aveva portato a fare due visite psichiatriche, riferendo che erano "andate bene", anche se a marzo risulta l’ultimo accesso al Cps. Nessun contrasto, solo normali litigi tra genitori e figli, ha detto la madre ai carabinieri, aggiungendo di non aver "mai avuto nessuna avvisaglia di questa tragedia". Giovedì è stata fissata l’autopsia sul corpo massacrato del 57enne e si attende anche l’esito dell’esame tossicologico di Gianluca, per capire se avesse assunto un cocktail di farmaci e antidepressivi oppure droghe. Oggi potrebbe arrivare la convalida del fermo da parte del gip del tribunale di Monza Silvia Pansini. Dopo la confessione telefonica al 112, il giovane non ha più parlato. Anche con l’avvocato Fabio Scotti il 19enne, accusato di omicidio aggravato e vilipendio di cadavere, ha scelto la via del silenzio, annunciando che non parlerà nemmeno col giudice.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro