Milano – “Abbiamo chiesto al Governo di inserire nel nuovo Codice della Strada una norma chiara, precisa e valida a livello nazionale non solo per evitare che ogni Comune faccia come gli pare ma anche per avere indicazioni su quali tecnologie siano appropriate, omologabili e omologate. In questo momento gli autotrasportatori che entrano a Milano per ragioni di lavoro stanno vivendo una situazione di vero e proprio stress: questi sensori suonano di continuo perché rilevano qualunque tipo di presenza, di manufatto o di ostacolo, mica si attivano solo quando si è in presenza di ciclisti”. Parole di Claudio Donati, segretario generale di Assotir, l’associazione di categoria dell’autotrasporto.
Il riferimento è alle segnalazioni che gli arrivano dai suoi associati a proposito dei sensori anti-angolo cieco installati sui camion in ossequio a quanto previsto dalle delibere del Comune di Milano. Come noto, dal primo di ottobre possono entrare in Area B, la zona a basse emissioni grande quasi come tutta la città, solo i conducenti dei mezzi pesanti che si siano dotati di tali sensori, imposti dall’amministrazione comunale dopo una lunga serie di incidenti mortali accomunati dalla stessa dinamica: il conducente del mezzo pesante non si accorge del ciclista e, nel compiere una svolta, finisce per travolgerlo. In questa fase le imprese dell’autotrasporto stanno provvedendo a registrare le targhe dei mezzi dotati di sensori sulla piattaforma informatica che gestisce ed elabora le informazioni relative ai veicoli in ingresso ai varchi di Area B.
Ma per la categoria la transizione verso questa tecnologia non sta avvenendo nel migliore dei modi: “Quando i mezzi viaggiano ad una velocità uguale o inferiore ai 30 chilometri orari – spiega Donati – questi sensori suonano di continuo per qualunque cosa rilevino nel raggio di due metri: lampioni, cartelli stradali, persino siepi. Non si attivano esclusivamente quando c’è un ciclista accanto al camion. Questo genera una situazione di continuo allarme e di stress per chi è alla guida, una situazione non ottimale se l’obiettivo è la sicurezza. Alcuni autotrasportatori disattivano i sensori perché non riescono a guidare. Avevamo fatto presente al Comune il rischio che accadesse quanto sta accadendo perché si tratta di apparecchi non di serie e per i quali non si ha alcuna indicazione normativa che orienti le imprese. Non si conoscono i requisiti, le tecnologie e i modelli da privilegiare. Da qui le due richieste: una norma nazionale e indicazioni chiare su quali sensori si devono usare”.