Scala, Far West appalti "Siamo lavoratori invisibili"

Protestano davanti al Piermarini i facchini della cooperativa Business 2018 "Contratti pirata e stipendi in ritardo, il sindaco Sala ripristini la legalità"

Una vecchia protesta dei magazzinieri della Scala

Una vecchia protesta dei magazzinieri della Scala

di Andrea Gianni

Il Far West del lavoro alla Scala, nella giungla dei subappalti per i servizi di facchinaggio. Continui cambi di cooperative, ritardi nel pagamento dello stipendio, irregolarità nei contributi e nelle buste paga. Ieri è esplosa davanti al Piermarini la protesta dei lavoratori "invisibili" della cooperativa Business 2018, che si occupa del servizio subappaltato dal consorzio Roger Group, vincitore dell’ultimo bando della Scala. "Chiediamo al sindaco di Milano di intervenire per ripristinare la legalità e un lavoro dignitoso", spiega Silvio Belleni, segretario generale della Fistel-Cisl Milano. "Sono lavoratori invisibili perché senza diritti – sottolinea – inquadrati con un contratto pirata. Fanno fatica ad avere lo stipendio, non hanno indennità di malattia perché in caso di infortunio vengono messi in cassa integrazione".

Problemi che si trascinano da anni e riguardano, in tutto, una quarantina di lavoratori. Nelle prossime settimane rischiano anche di perdere il posto, perché in nuovo bando del Piermarini (sono già state aperte le buste e le offerte sono in fase di valutazione) potrebbe portare al subentro di una nuova società e, di conseguenza, al loro licenziamento dopo dieci anni di servizio per i più “anziani“.

"Noi chiediamo il rispetto della clausola sociale, che impone di riassorbire i lavoratori in caso di cambio d’appalto – prosegue Belleni – è incredibile trovare queste condizioni di lavoro in un’istituzione milanese. Rivolgiamo i nostri appelli al Comune, che tra l’altro ha anche firmato con i sindacati il protocollo sulla legalità negli appalti". Ieri intanto facchini e magazzinieri, che in passato hanno già organizzato scioperi e mobilitazioni, hanno deciso di scendere in piazza davanti al tempio dell’opera lirica. Hanno distribuito volantini ai passanti, per sollecitare un intervento delle istituzioni e "tutelare i diritti degli ultimi degli ultimi". La Scala non è l’unico luogo simbolo della cultura milanese al centro di proteste per le condizioni di lavoro. In passato manifestazioni hanno interessato anche gli addetti a servizi appaltati da musei, come biglietteria e bookshop della Pinacoteca di Brera.

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