Oggi la vernice sulla Scala dei Turchi ieri la bombola di gas in metropolitana

Ha fatto tappa anche a Milano la storia di Quaranta, denunciato per aver imbrattato la scogliera siciliana

Controlli antiterrorismo in metropolitana a Milano

Controlli antiterrorismo in metropolitana a Milano

Milano, 13 gennaio 2022 -  Una bombola di gas da 20 chili portata dentro un borsone nei sotterranei della metropolitana Duomo e fatta bruciare, con l’intento di provocare un incendio o un’esplosione. Succedeva la sera dell’11 maggio di 20 anni fa. Era il 2002, una manciata di mesi dopo l’attentato alle Torri gemelle, e la paura che un gesto di matrice islamica potesse prendere corpo anche all’ombra della Madonnina era reale. Per fortuna non ci furono gravi conseguenze: il fumo era stato subito individuato e la bombola resa innocua prima che potesse scoppiare. Solo due poliziotti lievemente intossicati e tanta paura nella stazione metropolitana del cuore della città, tra le più frequentate. Ma chi trascinò la bombola lì sotto, per poi darle fuoco? Le indagini della polizia portarono al siciliano Domenico Quaranta, di Favara, che allora aveva 29 anni e lavorava ufficialmente come imbianchino anche se di fatto non aveva un’occupazione. Un ragazzo con piccoli precedenti alle spalle, allora convertitosi all’Islam da qualche mese. Un nome che si riaffaccia ora sulle pagine di cronaca, perché Quaranta, oggi 49enne, è stato denunciato per il danneggiamento alla Scala dei Turchi a Realmonte nell’Agrigentino, insieme a un 47enne. Sarebbe stato lui a rovinare la scogliera di marmo bianca imbrattandola di polvere rossa, "ossido di ferro in polvere" normalmente usato per verniciature in esterna, che è stato rimosso nei giorni scorsi da tecnici della Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento e da alcuni volontari. A novembre del 2020 aveva lasciato la firma su un’altra scogliera, quella di Punta Bianca ad Agrigento. Non solo: all’attentato che aveva cercato di mettere in atto nella metropolitana di Milano, si aggiunge un’azione simile alla Valle dei Templi di Agrigento: ha fatto esplodere una bombola di gas sulla scalinata del tempio della Concordia. Sul curriculum, anche vari episodi in cui ha offeso le forze dell’ordine. E spesso si filmava, postando video sui social. Nel 2006 era stato condannato a 16 anni di carcere per tentata strage. A Milano, secondo quanto emerso dalle indagini nel 2002, Quaranta aveva posizionato la bombola in un corridoio di collegamento tra la M1 e la M3, nascondendola in una sacca da golf e dando fuoco al tessuto per poi dileguarsi. Il fumo aveva fatto subito scattare l’allarme, e i primi a intervenire erano stati due poliziotti (lievemente intossicati). Sul luogo era stato trovato uno straccio con una scritta in parte italiana e in parte araba, fatta con un pennarello blu: "Combattiamo per la causa di Allah e non ci fermeremo più fino a quando non vi sottometterete ad adorare un solo Dio. Allah u’agbar (akbar, nd r)". Adesso le sue azioni sono state definite dagli investigatori un "atto di sfida" alle forze dell’ordine e alle istituzioni.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro