Saluti Romani al Musocco Arriva un’altra condanna

Assolto dal giudice Caramellino solo chi chiamò il "Presente" La motivazione: "Non sapeva che gli altri dieci avrebbero alzato il braccio"

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Forse è cambiata l’aria. Dopo tante assoluzioni arriva il terzo dietrofront dei giudici sul saluto romano. Tutti condannati per apologia di fascismo, sulla base della legge Mancino che punisce i reati di odio e discriminazione razziale, i militanti dell’associazione dei reduci della Rsi che risposero al "Presente" col saluto romano al Campo X del Musocco durante la commemorazione dei morti della Repubblica sociale. L’episodio per cui ieri è arrivata la condanna, (pm Piero Basilone) tranne per chi aveva chiamato il presente, risale ai 22 aprile del 2018. I saluti erano stati documentati da un video diffuso da Radio Popolare. In quell’occasione erano presenti anche esponenti dei principali movimenti di estrema destra. Una sola assoluzione in primo grado quindi, perché "uno dei militanti - secondo quanto ha stabilito il giudice Stefano Caramellino - aveva chiamato il presente, ma non sapeva che gli altri avrebbero fatto il saluto romano, l’organizzatore, presidente della unione nazionale caduti della repubblica sociale italiana aveva raccomandato di non farlo, ma 10 lo hanno poi fatto". Numerosi sono stati i processi portati avanti dalla Procura su casi simili, di manifestazioni fasciste con saluti romani, e la giurisprudenza di questi ultimi anni oscilla tra condanne e proscioglimenti e di recente un altro verdetto di assoluzioni è stato ribaltato in secondo grado, dove sono state emesse condanne. Nelle motivazioni della sentenza che aveva assolto gli undici imputati tra cui Norberto Bergna (che effettuò la “chiamata del presente” per i cameratì), in un passaggio si diceva anche che non si poteva attribuire "carattere discriminatorio o razzista" al "saluto commemorativo dei primi caduti della “rivoluzione fascista” o del poeta Marinetti, giacché tale connotazione era del tutto assente al momento della nascita dei fasci di combattimento ed estranea al pensiero di Marinetti".

Per il pm Basilone che aveva impugnato le assoluzioni, "non è nostro compito cimentarci in ricostruzioni storiche", perché ciò che deve essere "incriminato" è "il compimento di manifestazioni univocamente usuali del Partito fascista", un’organizzazione che aveva tra i "propri fini anche il compimento di una politica e di attività, anche violente, di carattere discriminatorio".

Ieri un’altra condanna che va nella stessa direazione. Sull’assoluzione di Norberto Bergna sarà presentato appello.

M.Cons

An.Gi.

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