
"Sì, stiamo cercando un nuovo spazio. Io credo che, anche se le mie parole possono non piacere a tutti, il...
"Sì, stiamo cercando un nuovo spazio. Io credo che, anche se le mie parole possono non piacere a tutti, il Leoncavallo sia un valore nella nostra società, un valore storico nella nostra città, e deve continuare ad esserlo. É un luogo pacifico di impegno, che il Comune dia una mano é necessario". Con queste parole il sindaco Giuseppe Sala ha confermato, ieri, quanto emerso negli ultimi giorni a proposito del (nuovo) tentativo di regolarizzare lo storico centro sociale, che dal 1994 occupa l’ex cartiera di via Watteau, di proprietà dei fratelli Cabassi, nel quartiere di Greco. Proprio ieri, su queste pagine, Daniele Farina, tra i portavoce del Leonka, aveva a sua volta confermato la disponibilità delle associazioni e dei militanti a lasciare l’ex cartiera nel caso in cui il Comune trovi un luogo alternativo nel quale ospitare quello che da tempo si definisce uno Spazio Pubblico Autogestito. Ieri ecco Sala: "È chiaro che questo impegno del Comune non parte da oggi, parte da tempo addietro, ma non ci siamo ancora riusciti. Comunque ci stiamo impegnando attraverso l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Spero di poter proporre a chi oggi vive il Leoncavallo un’altra location dignitosa e che possa funzionare per gli scopi per cui il centro sociale continua a vivere". Una posizione che, come ovvio, non piace alle opposizioni di centrodestra. "Riteniamo gravissime le parole di elogio per i delinquenti del Leoncavallo da parte del sindaco – commentano in una nota Samuele Piscina e Silvia Sardone, nell’ordine segretario cittadino ed europarlamentare della Leg –. Gli chiediamo di fare un passo indietro o di dimettersi. Chi sbeffeggia la legge non può rappresentare i milanesi".
Gi.An.