Sacerdote morto a Cormano: le foto nel telefonino e le borse abbandonate nel Quadrilatero

La Procura vuole vederci chiaro sul decesso di Donatien Mbaihornom, prete dell'Università Pontificia, trovato impiccato all’esterno del cimitero

Donatien Mbayhornom

Donatien Mbayhornom

Cormano (Milano) -  La morte di Donatien Mbayhornom, sacerdote di 39 anni, trovato cadavere mercoledì in via Fabio Filzi, a Cormano, ha troppi punti oscuri per essere semplicemente archiviata come un caso di suicidio. I sospetti della Procura non si concentrano tanto sulle modalità della morte, quasi sicuramente, confermano, si tratta di un suicidio, quanto su chi e che cosa abbiano spinto il sacerdote a compiere tale gesto, in un luogo così "macabro", come lo ha definito il pm Alessia Menegazzo che coordina le indagini e così lontano da una città, Milano, che già gli era sconosciuta.

La procura ha disposto una analisi specifica di tutti i device di proprietà del sacerdote, una perizia tecnica che visioni tutte le immagini trovate sul suo computer, le mail inviate, i messaggi e ancora altre immagini trovate sul suo telefonino. Tanti file di foto che potrebbero aggiungere un tassello alle ultime ore di vita dell’uomo e anche spiegare il perché di una morte così inspiegabile.

Tutti gli effetti personali del sacerdote, compresi i computer, erano all’interno di alcune borse, che sono state trovate, abbandonate, all’interno di un palazzo del Quadrilatero, poco distante da via Monte Napoleone. Quelle borse sospette sono state segnalate e poi aperte. All’interno c’erano il computer e un telefono. Entrambi sono stati attivati, all’inizio, solo per cercare l’identità di chi li aveva abbandonati, o per cercare la persona a cui erano stati rubati. Poi gli investigatori hanno collegato il nome identificato, al sacerdote che risultava scomparso e da lì sono partite le indagini.

Donatien Mbayhornom era a Cormano, seduto a terra, a ridosso dell’inferriata esterna del cimitero, con una cintura legata a un maglione intorno al collo. Doveva essere lì da almeno due giorni perché aveva i primi segni di decomposizione. Cosa ci faceva a Cormano? E come ci sarebbe arrivato? Il sacerdote proveniente dal Ciad, infatti, era atteso in una delle sedi dell’Università Pontificia a Roma. Avrebbe trascorso quindi alcuni giorni a Milano, perché? Chi doveva incontrare? Forse ha vagato per le strade in stato confusionale o forse è stato ospite di qualcuno. E dal centro della città ha raggiunto via Filzi a Cormano, distante una decina di chilometri. Una zona isolata e nascosta dalle piante anche se raggiungibile in mezz’ora con i mezzi, con un tragitto metropolitana-autobus, o con una vettura. Per arrivarci a piedi da Milano, invece, bisogna camminare per quasi due ore. Per quale motivo Donatien è andato in una città in cui, stando ai primi accertamenti, non aveva legami o contatti con nessuno? Qualcuno lo ha accompagnato in auto in quella zona isolata? E a fare cosa?

Anche gli esiti dell’autopsia saranno determinanti per capire bene le cause della morte, la relazione autoptica servirà a ricostruire tempi e modalità del decesso. Un amico del sacerdote, che preferisce restare anonimo, via whatsapp ieri ha precisato che la denuncia della scomparsa di Donatien è partita subito, domenica ed è stata fatta alla polizia ferroviaria, "perchè i messaggi inviati non avevano la doppia spunta, quindi non risultavano letti". A questo punto l’amico che lo attendeva a Roma si sarebbe allarmato e avrebbe contattato la polizia ferroviaria.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro