Ruby ter, l'ex fidanzato: "Mai ricevuto soldi da lei né da Berlusconi"

La buonuscita da 160mila euro a Karima e il giallo della lettera al cavaliere, Luca Risso si difende in aula a Milano

Ruby e l’ex fidanzato Luca Risso Entrambi sono imputati nel processo milanese

Ruby e l’ex fidanzato Luca Risso Entrambi sono imputati nel processo milanese

Nuovo capitolo del processo milanese sul caso Ruby ter, che vede Silvio Berlusconi imputato per corruzione in atti giudiziari insieme ad altri 28 imputati, alcuni accusati anche di falsa testimonianza. "Non ho mai ricevuto soldi da Berlusconi nè tantomeno da Ruby". Ha assicurato Luca Risso, ex  fidanzato di  Karima El Mahroug, rendendo dichiarazioni spontanee nell'aula del processo milanese. Risso è accusato di aver riciclato soldi che il cavaliere avrebbe dato a Ruby come prezzo della presunta corruzione in atti giudiziari.

Risso: "Mai preso soldi da Karima né da altri"

"La mia relazione con Ruby è durata 3 anni e mezzo e ho proveduto io al mantenimento della ragazza, anche se lei poi ha avuto dei buoni guadagni dalla sua attività", ha detto Risso precisando di essersi trasferito nell'ottobre 2013 in Messico dove ha investito i proventi di 25 anni di attività in un ristorante e un pastificio a Playa del Carmen. "Ora vivo in affitto - ha proseguito - sono proprietario di una macchina Kia, non posseggo nulla al mondo. Ho delle quote delle società che gestiscono i ristoranti". Il primo ristorante di Playa del Carmen fu inaugurato nel dicembre 2014, poi "ha cominciato a funzionare, così abbiamo aperto un altro ristorante a Playa del Carmen, poi altri due, uno a Puerto Aventuras e uno a Tulum", ha detto ancora Risso

Ruby e la "buonuscita" da 160mila euro

"Ruby mi ha chiesto una buonuscita da 160mila euro, 100mila per lei e 500 euro al mese per la bimba per 10 anni. L'ho scritto su un pezzo di carta che è quello che hanno trovato a Ruby perché lei lo ha conservato". Una presunta concessione in cambio delle quote di Karima nella società messicana aperta con altre persone. La richiesta di denaro risale al marzo 2014 quando "è venuta in Messico senza dirmi niente. Era un tentativo di riappacificarci, ma non eravamo compatibili. Ha dato in escandescenze, ha rotto la tv e i vicini hanno chiamato la polizia", racconta l'uomo oggi socio di quattro ristoranti in Messico e padre di altri due figli avuto con la nuova compagna.

Il giallo della lettera al cav

Nelle sue dichiarazioni Risso ha ricostruito le difficoltà di ripartire da zero lontano da Genova e ha anche spiegato una lettera indirizzata a Berlusconi e finita negli atti dell'inchiesta "La lettera 'caro presidente' è stata scritta da mio papà - ha speigato Risso -, diciamo che è stato frutto di una ricostruzione fantasiosa: ci sono evidenti imprecisioni e incongruenze".

Il legale: "Fiducioso che Berlusconi sarà assolto come a Siena"

"È un processo con delle contestazioni articolate e delicate, ma noi riteniamo che ci siano tutti gli elementi per uscire da questo processo con una sentenza come quella di Siena, ossia un'assoluzione con la formula più ampia possibile. Punto e basta". Lo ha spiegato, al termine dell'udienza odierna sul caso Ruby ter, il legale di Silvio Berlusconi, l'avvocato Federico Cecconi, parlando coi cronisti e ribadendo che è "fiducioso" e convinto che l'ex premier sarà assolto nel merito a Milano, come è già accaduto in un filone processuale a Siena. Anche dal dibattimento milanese che si è concluso oggi dopo 5 anni (niente più testi ma requisitoria dei pm il 18 maggio) la difesa è convinta che sia emersa la generosità di Berlusconi, che ha versato i soldi alle 'ex olgettine', ospiti delle serate ad Arcore, come "liberalità" e non per comprare il loro silenzio o reticenza, come sostiene l'accusa. Soldi che Berlusconi ha versato alle giovanie come ad altri nel tempo "piuttosto per rapporti di amicizia e di affetto con le varie persone coinvolte".

In autunno la sentenza

La deposizione dell'ex fidanzato di Ruby segna la fine della fase istruttoria di un processo arrivato ormai alle battute conclusive. Nella prossima udienza, in calendario tra un mese e mezzo, la parola andrà alla pubblica accusa: il 18 maggio è infatti prevista la requisitoria del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio e all'intervento in aula della procura è sarà dedicata anche l'udienza successiva, fissata il 25 maggio. Poi la parola passerà agli avvocati per le arringhe difensive. Il difensore di Berlusconi, l'avvocato Federico Cecconi, potrebbe prendere la parola prima dell'estate. Gli interventi delle difese occuperanno anche altre udienze in calendario a settembre. In autunno potrebbe arrivare la sentenza 

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