Bollate, visita a Roberto Formigoni: in carcere lo chiamano presidente

Libri, rosario e lettere. L'ex governatore tira diritto: "Ho la coscienza pulita e tranquilla"

Roberto Formigoni è detenuto da una dozzina di giorni a Bollate per scontare una pena a 5 anni e 6 mesi

Roberto Formigoni è detenuto da una dozzina di giorni a Bollate per scontare una pena a 5 anni e 6 mesi

Bollate (Milano), 4 marzo 2019 -  DalL 22 febbraio scorso Roberto Formigoni, il Celeste, governatore della Regione Lombardia dal 1995 al 2013, è in carcere a Bollate per scontare la condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Maugeri. Attende il pronunciamento su una misura cautelare meno restrittiva ed è pronto a dare battaglia.

Carcere di Bollate, terzo piano, reparto 1, cella da quattro posti, numero 315, 26 metri quadrati. È un’ala dove si trovano i detenuti che hanno superato i 50 anni, le porte delle celle sono aperte dalle 8 alle 20, c’è libertà di spostamento non soltanto sul piano, ma in tutta la palazzina. Roberto Formigoni è immerso nella lettura. Con lui i suoi due compagni di detenzione, italiani. T-shirt con le mani lunghe, a strisce verdi e blu, pantaloni blu, mocassini, Formigoni riceve la visita di un politico. Una verdissima pianta rampicante trionfa su un muro, aiutata dalla precoce primavera milanese. Il tavolo al centro del locale è sommerso da centinaia e centinaia di lettere, telegrammi, biglietti. Tanti estimatori dell’uomo che ha governato la Lombardia per diciotto anni hanno voluto manifestargli solidarietà, vicinanza. Le missive contengono anche i commenti stupiti di chi giudica la sentenza sprovvista di prove. Libri, tanti libri, attingendo ai due zaini zeppi di volumi che Formigoni si è portato dietro la mattina del 22 febbraio, quando si è presentato in carcere. Il visitatore nota un trattato di economia e un testo con il titolo “La sfida”.

La lettura, insieme con la riflessione e la preghiera, riempiono le sue giornate sempre uguali che iniziano alle sei e mezzo del mattino con la sveglia e terminano attorno alle 23, qualche volta anche un po’ più tardi, verso mezzanotte. Ieri non è mancato alla messa della domenica. Il colloquio con l’ospite prosegue in una saletta con un televisore. Porta sempre in tasca il rosario che lo ha seguito in carcere, lo tiene in mano mentre parla. Si discorre di attualità politica. Inevitabilmente anche della vicenda giudiziaria. «Ho la coscienza - dice Formigoni - pulita e tranquilla. Il mio animo è sereno. Accetto le circostanze nelle quali mi è chiesto di vivere». Pronuncia parole pacate, non di rassegnazione. L’uomo che veniva chiamato il Celeste e che oggi, a 72 anni, deve scontare un condanna definitiva a cinque anni e 10 mesi per corruzione in relazione alla vicenda Maugeri-San Raffaele, si mostra reattivo, combattivo. Attorno si coglie un clima di rispetto. Tutti gli si rivolgono chiamandolo “presidente”. Al momento del congedo, Formigoni affida un messaggio al visitatore: «Ringrazio tutti dell’affetto».

Nei giorni scorsi l’ex governatore lombardo ha scritto al periodico “Tempi”: «Carissimi amici, grazie per l’abbonamento, e per gli articoli e le testimonianze che mi avete inviato». Subito dopo una richiesta: «Vi prego di pubblicare, magari anche più di una volta, queste mie parole, perché i messaggi che mi arrivano sono proprio tanti». «Ringrazio - ha proseguito - tutti gli amici e tutte le persone che i questi giorni mi stanno facendo pervenire lettere, telegrammi, cartoline, mail di sostengo e di stima. Non riuscirò mai a ringraziarvi personalmente come vorrei. Vi ringrazio e vi saluto tutti tramite Tempi. Ciao».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro