Milano, un registro per rilanciare i live club

Lunedì via al bando del Comune. L’assessore Sacchi: siamo i primi in Italia e i secondi in Europa a farlo

Un concerto in uno dei tanti live club di Milano

Un concerto in uno dei tanti live club di Milano

Un registro comunale per sostenere, valorizzare e moltiplicare i live club presenti a Milano. Dopo gli oltre due anni terribili della pandemia, con tanti locali costretti a chiudere – dal Blues House all’Ohibò al Serraglio – Palazzo Marino punta a invertire la tendenza e aiutare chi dedica il suo lavoro a produrre concerti e spettacoli in spazi magari piccoli, ma importanti per diffondere la musica di artisti giovani e meno giovani nei vari quartieri del capoluogo lombardo.

Le linee di indirizzo "per l’istituzione in via sperimentale di un Elenco di Live Club quali spazi culturali" sono state approvate in una delibera di Giunta venerdì scorso e l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi anticipa al Giorno che l’avviso comunale per l’istituzione di questo elenco dei live club "partirà lunedì, massimo martedì" e resterà aperto almeno fino al dicembre 2023. "Milano è la prima città in Italia e la seconda in Europa, dopo Berlino, a pensare a un bando per un registro degli spazi per la musica dal vivo", sottolinea Sacchi, il quale subito dopo ricorda che "Milano ha un’anima live dalle radici profonde ed è una città scelta tuttora da tanti artisti e discografici come luogo di lavoro". Radici profonde che sono state seriamente danneggiate dai lockdown e dalle severe restrizioni per svolgere spettacoli dal vivo nel 2020 e 2021, ma anche nei primi mesi di quest’anno. L’attività degli spettacoli dal vivo è ripartita nel vero senso della parola dal 1° maggio, quando sono stati eliminati l’obbligo di green pass e la limitazione delle capienze negli spazi al chiuso, anche se in questi ultimi fino al 15 giugno resterà l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 durante gli show.

Ultime restrizioni a parte, è il momento di rilanciare la musica dal vivo e Palazzo Marino vuol fare la sua parte, in particolare a sostegno dei piccoli locali, quelli più danneggiati durante la pandemia. "I live club – continua Sacchi – sono a tutti gli effetti luoghi di produzione artistica e culturale. Non sono teatri, non sono cinema, non sono spazi ibridi. Negli ultimi due anni di pandemia i locali con musica dal vivo sono stati considerati a torto come l’ultimo anello della catena imprenditoriale e culturale e sono stati molto penalizzati. Parecchi sono stati costretti a chiudere o a sospendere per tanto tempo la propria attività".

La ripartenza non è facile, ma il calendario di concerti programmati da qui fino all’autunno in città è ricchissimo. Certo, l’attenzione dei fan in questo momento è puntata sui concerti all’aperto allo stadio e all’Ippodromo di San Siro e su quelli al chiuso al Forum di Assago, al Fabrique, all’Alcatraz e ai Magazzini Generali. Ma anche i locali più piccoli tornano a proporre musica dal vivo. Un esempio? Il Nidaba Theatre di via Gola, che nel 2020 e 2021, anche grazie a una raccolta fondi tra i fedelissimi clienti, è riuscito a sopravvivere, adesso riparte con un palinsesto di qualità. "L’idea è di riconoscere anche dal punto di vista giuridico un ruolo di prim’ordine ai live club – spiega l’assessore alla Cultura –. Puntiamo a farlo con un registro in cui questi locali potranno entrare solo se rispettano caratteristiche stringenti, da un numero minimo di concerti all’anno alla presenza di un palco e un impianto audio permanenti. Perché noi vogliamo che questo registro sia uno strumento molto serio". L’obiettivo indicato nella delibera non è solo quello di riconoscere gli spazi già esistenti, ma, nel medio-lungo periodo, di "ampliare i live club". Domanda: una volta inseriti nel registro, quali aiuti concreti potranno ottenere questi locali? Sacchi risponde che "riconoscere i live club come luoghi di cultura è il primo passo ed è la richiesta più ricorrente da parte degli operatori del settore. Una volta costituito il registro, il Comune potrà convocare periodicamente i responsabili dei live club e pensare a progetti o a bandi a loro dedicati". Insomma, più sinergie e più fondi.

 

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