Rappresentatività dei Consorzi La giusta riforma

Emanuele

Bottiroli

La regione Piemonte deve essere protagonista nella riforma sulla rappresentatività nei Consorzi", lo affermano le delegazioni piemontesi della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti in una lettera inviata all’assessore regionale Marco Protopapa sulla decisione del Consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani di uscire dalla struttura “Piemonte Land of Wine“. La vicenda, seguita alle dimissioni da presidente annunciate da Matteo Ascheri, ha suscitato preoccupazione nelle delegazioni, che hanno visto estendersi al “Consorzio dei Consorzi” l’annoso problema della rappresentanza all’interno degli stessi. Si riapre così il dibattito a livello nazionale. I Vignaioli Indipendenti auspicano che la Regione Piemonte proceda a individuare un meccanismo decisionale per la governance capace di far sentire tutti a casa propria, con la possibilità di contribuire a decisioni condivise, frutto di un mondo del vino coeso, convinto dei suoi mezzi e non più impegnato in guerre locali che poco hanno a che fare col progresso del settore.

Per la Fivi il problema principale della coesione e visione comune risiede nell’attuale impianto nazionale di governance dei Consorzi, dove il potere è in mano a pochi grandi gruppi e le decisioni conseguono solo ai quintali di uva, agli ettolitri e al numero di bottiglie, senza criteri di contemperamento che diano a singole teste e braccia il ruolo che meritano. Nessuno di coloro che assumono su di sé i rischi dell’impresa dalla terra al mercato, rinunciando giocoforza al gigantismo di impianti e produzioni, si sente così adeguatamente valutato. La vicenda di Piemonte Land of Wine è solo l’ultimo degli innumerevoli esempi del nodo, sempre più grosso, che è al pettine della politica, come certifica l’intervento del sottosegretario Centinaio all’assemblea nazionale Fivi del 28 novembre a Piacenza. Fivi ha proposto già tre anni fa all’allora ministro Centinaio una soluzione equilibrata: criteri di votazione che mantengano un ruolo all’entità delle produzioni, ma richiedano altresì una componente democratica basata sulle teste delle imprese.

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