Milano – “Hai capito che ti sto puntando una pistola sulla fronte?". Era il 23 settembre del 2020 e i banditi avevano messo gli occhi su un Rolex Daytona da 23mila euro. Quindi avevano seguito il proprietario fino in via Ripamonti e, una volta che la vittima era scesa dall’auto, era scattata la minaccia con l’arma. Poi lo strattonamento, la stretta al pollice e infine la pressione tra polso e cinturino per prendere il prezioso cronografo e scappare.
In un altro caso, il 16 febbraio del 2021, il colpo era avvenuto in pieno centro, ai danni di una donna derubata del suo Rolex Steel Bracelet da 8mila euro e di un anello, che si era ritrovata la pistola puntata al petto sotto gli occhi della figlia di 13 anni. Giovedì la polizia di Stato, coordinata dalla Procura, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Guido Salvini nei confronti di tre italiani, “trasfertisti“ che raggiungevano Milano dalla provincia di Napoli, accusati di aver commesso una serie di rapine di orologi di lusso tra il 2021 ed il 2022: 14 colpi, di cui 10 messi a segno, per impossessarsi di Rolex, Hublot e Patek Philippe dal valore complessivo di 200mila euro.
Gli indagati per rapina aggravata dall’uso di armi e travestimento, pregiudicati, sono Giuseppe Pica, di 50 anni, che era già in carcere, Mariano Conte, di 40, che era ai domiciliari, e Salvatore Dipino, di 41. Le indagini del pm Leonardo Lesti sono state condotte dai poliziotti della quinta sezione della Squadra Mobile milanese, diretta da Marco Calì e guidata da Francesco Federico.
Secondo quanto ricostruito, i tre indagati operavano, alternativamente, in gruppi da due persone: dopo aver battuto a bordo di scooter le principali arterie del traffico milanese, individuata la vittima, la seguivano e, armati di pistola semi-automatica, le intimavano di consegnare l’orologio. In alcuni casi hanno anche colpito i malcapitati con il calcio dell’arma. I poliziotti li hanno inchiodati grazie all’analisi dei filmati delle telecamere in strada, dei tabulati telefonici e da accertamenti biologici effettuati dalla Scientifica.
In particolare, a gennaio 2021, Dipino aveva abbandonato il motorino in strada ed era scappato a piedi: il suo volto in quell’occasione era stato immortalato dalle telecamere del Comando dei carabinieri “Pastrengo“ di via Marcora ed era stato riconosciuto dai poliziotti della Squadra Mobile di Napoli. Sotto la sella dello scooter, poi, è stata trovata una mascherina chirurgica. E il dna analizzato ha portato dritto a Pica. Andavano oltre la “tecnica dello specchietto" "ponendo in essere – emerge agli atti – comportamenti di maggior gravità rispetto alle altre batterie di rapinatori di orologi".