Milano: sport e recupero dei minori. Tribunale, Coni e avvocati firmano protocollo

L'esito positivo del percorso potrà portare al proscioglimento dei ragazzi coinvolti. Fra i protagonist dell'intesa anche procura e Centro per la giustizia minorile

Un pallone

Un pallone

Un protocollo per aiutare i giovani sottoposti a procedimento penale a reintegrarsi socialmente attraverso l'attività sportiva. E' stato firmato oggi, martedì 5 luglio, dal presidente del Tribunale per i minorenni di Milano Maria Carla Gatto, dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano Ciro Cascone, dal dirigente del Centro per la giustizia minorile per la Lombardia Francesca Perrini, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Vinicio Nardo e dal presidente del Coni Lombardia Marco Riva.

L’iniziativa nasce da un’idea della commissione Diritto dello Sport dell’Ordine degli avvocati di Milano: ha ha l’obiettivo in particolare di offrire a minori e giovani adulti sottoposti a procedimento penale minorile l’opportunità di sperimentare l’attività sportiva che, nei suoi aspetti formativi educativi e partecipativi, a livello agonistico e non agonistico, può rappresentare un ambito di recupero e reinserimento sociale, essendo lo sport un formidabile veicolo di trasmissione di valori positivi

In quest’ottica l’impegno “di squadra” del Tribunale per i minorenni, dell’avvocato difensore, del minore sottoposto a procedimento e, naturalmente, della società sportiva presso la quale si svolgerà l’attività scelta, potrà condurre all’esito del positivo percorso della messa alla prova, al proscioglimento del minore.

Il protocollo firmato e presentato al Tribunale per i minorenni nasce da questi obiettivi e rappresenta uno dei possibili percorsi innovativi per recuperare alla società ragazzi che attraverso lo sport possono dimostrare un cambiamento tangibile della loro relazione con la comunità alla quale appartengono. "Questo protocollo - afferma la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano Maria Carla Gatto - costituisce un esempio di collaborazione fra pubblico e privato per rendere più efficace l’intervento educativo per i ragazzi entrati nel circuito penale e guarda allo sport come mezzo per contrastare l’isolamento e la stigmatizzazione sociale rafforzando il ponte tra il 'dentro' e il 'fuori'. Lo sport e il gioco di squadra, oltre a diffondere i valori della solidarietà, della lealtà, del rispetto della persona e delle regole, che sono principi fondanti di ogni società sana, sono anche straordinari strumenti per costruire competenze trasferibili in altri contesti di vita e quindi sono fondamentali nell’avvio e nel consolidamento del percorso di responsabilizzazione e di crescita personale del minore autore di reato". 

"L’importante non è sempre vincere ma saper partecipare - ha commentato la vicepresidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Paola Boccardi - E’ uno dei principi che cerchiamo di insegnare ai nostri ragazzi. Fare sport non significa solo tenersi in forma o essere competitivi, significa soprattutto imparare una disciplina. Queste regole rappresentano l’essenza di ogni percorso di recupero dei minori. Magic Johnson, noto campione di basket, diceva 'Non chiederti cosa i tuoi compagni di squadra possono fare per te. Chiediti cosa tu puoi fare per i tuoi compagni di squadra'. Ed è questa è la strada che vogliamo percorrere da oggi con tanti ragazzi".

"Aprire tramite la collaborazione degli organismi a percorsi di formazione a cui possano accedere minori e giovani adulti sottoposti a procedimento penale - afferma il presidente del Coni Lombardia Marco Riva - vuole dire dare strade ed opportunità, affermando la possibilità di rieducazione e di quanto si possa credere fortemente che ciascuno abbia la forza anche laddove una volta sia caduto di rialzarsi e ripartire. Per guardare al futuro con fiducia. Per costruire un futuro per la nostra comunità. Per lasciare un'eredità importante alle future generazioni".

 

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