Primo weekend di saldi L’afa frena lo shopping

Bilancio provvisorio in chiaro-scuro: le città si svuotano e i cassetti piangono

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di Barbara Calderola

L’afa frena la corsa allo shopping in Martesana, "con le temperature proibitive delle ultime settimane le città si svuotano e i cassetti piangono". Donato Turba (nella foto), presidente del mandamento di Melzo di Confcommercio, traccia il bilancio del primo weekend di sconti, le attività in questa porzione di territorio che arriva a Cernusco, Segrate, Rodano sono più di un migliaio. "Stavolta è la colonnina di mercurio a mettersi fra noi e i clienti, nonostante le difficoltà fra i postumi di due anni di virus, la guerra e l’incertezza, le famiglie hanno voglia di spendere. Ma lasciano casa in cerca di refrigerio. Risultato: gli affari potrebbero andare meglio". Non c’è solo il cambiamento climatico a tratteggiare daccapo le abitudini. "Fra chi resta domina la prudenza, stabilito un budget per gli acquisti, si cerca di farlo fruttare al meglio: non c’è più un solo oggetto del desiderio, magari il capo estroso ma superfluo che un tempo guidava le scelte, ma con la cifra destinata si cerca di comprare il maggior numero di beni".

Questa macro-tendenza ne ha partorita un’altra "in voga fra i giovani". "Hanno abbandonato la “religione” della marca, a guidarli è sempre la ricerca del fashion, ma solo se abbordabile. Altrimenti, rinunciano. Una metamorfosi che deve farci accendere un campanello e aiutarci a stabilire una nuova rotta". Abbigliamento e calzature "non scontano la complicata situazione dell’agroalimentare, dove l’impennata dei prezzi ha forti ripercussioni sulla categoria: pane, farine e carne sono più cari e la conseguenza è che la gente si adegua. Alla fiorentina, 29 euro al chilo, preferisce il petto di pollo che viene via a 10-11. La metà pure della fesa di vitello, prima regina delle tavole. I bilanci familiari incidono su acquisti e consuetudini domestiche. Una lezione che ci viene da tutto il territorio. Abbiamo appena fatto incontri in tutte le zone e la conferma del quadro è unanime".

Se l’analisi di scenario suggerisce che strada intraprendere in futuro, per salvare la stagione "speriamo nella pioggia. In realtà siamo a un bivio cruciale: senza acqua sarà la catastrofe alimentare che influenza tutto il resto. È il primo anello della catena. Con l’acqua invece potremmo vedere un po’ di luce in fondo al tunnel".

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