Pressing bipartisan contro l’iniziativa

A sollevare il caso, a settembre dell’anno scorso, fu il quotidiano della Cei, Avvenire, con un reportage dall’edizione parigina. Nel mirino la pratica dell’utero in affitto, che in Italia è vietata dalla legge. Una pratica seguita da coppie eterosessuali, omosessuali o single in Paesi, come la Russia o l’Ucraina, dove è legale sia in forma retribuita che altruistica. La madre surrogata, dopo l’inseminazione, provvede alla gestazione per conto di quelli che saranno i genitori del nascituro. Un sistema, attorno al quale è fiorito un business di intermediari e cliniche estere, tornato sotto i riflettori dopo che una coppia italiana ha riconosciuto una neonata nata in Ucraina nell’agosto 2020 da madre surrogata e poi l’ha abbandonata, facendo perdere le tracce. Per la piccola la storia si è conclusa con un lieto finale, perché è stata portata in Italia e affidata a un’altra coppia in attesa dell’adozione.

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