Peste suina, l’appello agli agricoltori "Segnalate casi di cinghiali morti"

Nessun caso in Lombardia, ma il Parco del Ticino è in allerta: non abbandonate scarti alimentari

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di Giovanni Chiodini

Anche se in Lombardia non è ancora stata riscontrata la presenza di cinghiali colpiti da peste suina africana, il Parco del Ticino, in collaborazione con la Regione e le Ats veterinarie di Pavia, Milano e Varese, ha intrapreso un’azione di vigilanza preventiva e precauzionale diramando un appello agli agricoltori e a chi frequenta le aree boschive. Si chiede di segnalare l’eventuale ritrovamento di carcasse di cinghiali morti, indicando le coordinate geografiche del luogo di ritrovamento, chiamando le Ats oppure i carabinieri forestali al 1515. Inoltre si chiede di non abbandonare rifiuti, in special modo scarti alimentari, che potrebbero attrarre i cinghiali. La zona maggiormente monitorata è quella pavese, la più vicina all’area dell’alessandrino e cuneense dove è stato rinvenuto il virus.

"Questa forma virale – afferma Monica Di Francesco, responsabile del settore fauna del Parco del Ticino – è conosciuta in Europa e in un qualche modo era anche attesa. Fortunatamente le zone in cui è stata riscontrata non è confinante col nostro territorio e da qualche giorno non si stanno riscontrando casi specifici. Ma questo è un animale che si muove molto sul territorio, è un buon nuotatore, non ha confini". Non è facile avere una stima di quanti cinghiali ci sono nel parco. "Il nostro – aggiunge Di Francesco – è un territorio di pianura e non è facile osservare i movimenti dei singoli branchi. Le altane esistenti non permettono di avere la visione di una vasta area". Non si conoscono quanti cinghiali sono presenti nei nostri territori ma quanti danni arrecano si. "Il 2021 verrà ricordato come anno record per i danni procurati dai cinghiali al mondo agricolo – dice Silvia Bernini, consigliere delegata all’agricoltura –. Purtroppo a causa della pandemia sono state sospese tutte le attività di caccia e selezione. Noi, con le nostre guardie, abbiamo continuato a farla ma solo nell’area del parco naturale. Al momento le stime sin qui eseguite parlano di 350mila euro di danni ma stimo che si possa arrivare anche a 450mila euro". Praticamente il triplo rispetto ai danni accertati per l’anno precedente (145mila euro), per i quali il Parco ha chiesto alla Regione di avere i fondi da destinare agli agricoltori. "La Regione lo scorso anno ci ha dato 490mila euro che sono stati distribuiti alle 93 aziende che avevano subito danni negli anni dal 2016 al 2018" afferma Bernini. "Per il 2019 e il 2020 abbiamo chiesto complessivamente 281mila euro. Speriamo di averli al più presto. Sappiamo che la Regione li ha messi a bilancio. Questi fondi sono estremamente necessari per i nostri coltivatori".

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