Pazienti in barella anche per 5 giorni

Al pronto soccorso di Rho si moltiplicano le proteste: "Né privacy né tranquillità. E l’igiene lascia a desiderare"

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di Roberta Rampini

Posti letto di “osservazione breve” che di fatto sono diventati “definitivi”, dove i pazienti restano anche per 4-5 giorni. Barelle nei corridoi senza alcun tipo di privacy né tranquillità. "A mio padre hanno cambiato il catetere dell’urina senza rispetto per la sua riservatezza – racconta il figlio di un anziano paziente –. Di notte, poi, la luce resta sempre accesa, infermieri e medici, che giustamente fanno il loro lavoro, vanno avanti e indietro, poi ci sono le sirene delle ambulanze che arrivano d’urgenza".

È quello che succede da settimane al pronto soccorso dell’ospedale di Rho. La carenza di posti letto nei reparti del nosocomio rallenta i ricoveri e allunga i giorni di degenza con tutti i disagi del caso. Attualmente, infatti, nei reparti vige ancora il “piano accorpamenti” dei mesi estivi, quindi fino al 30 settembre i posti letto saranno 194, anziché 222. E le segnalazioni dei familiari sono tante. "Mio padre è rimasto in pronto soccorso per tre giorni perché non c’erano posti letto in medicina – racconta uno di loro –. Nella sua stanza c’erano cinque barelle. Un vero delirio: tanti pazienti e poco personale che lavora in condizioni davvero difficili". Qualcuno ci ha segnalato anche la scarsa pulizia dei locali, materiale come siringhe o provette depositate “a vista” in una delle stanze, insomma un magazzino a cielo aperto. "Noi siamo arrivati in pronto soccorso domenica notte e ho notato una grossa macchia di sangue sul pavimento all’ingresso, dove fanno il triage. Due giorni dopo era ancora lì – racconta una signora –. Dovrebbe essere il reparto più pulito di un ospedale viste le persone che vanno e vengono, invece è anche sporco". Non è la prima volta che si verificano situazioni di affollamento al pronto soccorso, in passato era successo in coincidenza dell’arrivo dell’influenza o nelle prime settimane della pandemia da Covid. Ma oggi siamo ancora lontani dai mesi invernali e per fortuna abbiamo superato le ondate di contagi da Covid. Eppure la situazione si ripete. "Il triage è stato anche veloce, ci hanno assegnato un codice di media gravità, ma poi abbiamo scoperto che non c’era di turno l’ortopedico e quindi l’attesa è diventata infinita", ci raccontano. Ma non solo: i reparti di chirurgia, ortopedia e urologia sono stati accorpati in uno solo con 27 posti letti e quindi i pazienti che necessitano di ricovero per una di queste specialità mediche devono aspettare giorni e sperare che qualcuno venga dimesso. E alla fine c’è chi si arrabbia con infermieri e medici, anche se non hanno colpa.

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