Parco Adda Nord, primo sì all’acquisto di Villa Gina

Trezzo padrone di casa e i Comuni soci hanno dato l’ok all’operazione. L’ente sarebbe proprietario anziché ospite della storica dimora

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di Barbara Calderola

L’operazione è tutta da costruire, ma il primo passo è fatto: i sindaci hanno detto sì all’acquisto di Villa Gina da parte del Parco Adda Nord. Oggi, il polmone verde è “ospite” di Trezzo nella storica dimora di Concesa. Poco più di un anno fa, infatti, la direzione aveva sottoscritto un accordo con l’amministrazione – in calce la firma di due donne: la sindaca Silvana Centurelli e la presidente del Parco Francesca Rota – per un comodato d’uso ventennale scattato a gennaio 2021. Ora, il cambio di rotta con la decisione di fare un salto e investire sull’acquisto. L’ente però prima di andare avanti ha incontrato di nuovo l’amministrazione padrona di casa e ora anche i Comuni-soci che hanno dato il via libera all’esplorazione. Un parere non vincolante, ma necessario per passare alla seconda mossa. Sul tavolo c’è anche un piano finanziario che "garantirà la copertura dei costi senza pesare sui bilanci municipali e senza intaccare la capacità di azione del Parco in altri ambiti", chiariscono i vertici del Pan. I conti non sarebbero un problema, dunque, nonostante importanti lavori di ristrutturazione inseriti nel computo che porterà alla proposta, "495mila euro per l’adeguamento dell’impianto di riscaldamento e la sostituzione degli infissi al pian terreno e al primo piano". Esclusi dalla compravendita l’ala assegnata all’associazione Carabinieri in congedo che continuerebbe a rispondere al Comune e il giardino che circonda l’imponente edificio.

Il Parco diventerebbe così comproprietario di uno dei tesori di maggior pregio del territorio. Dalle sue stanze è passata l’ascesa e la caduta di Napoleone, Villa Gina fu comprata da Pietro Moscati, medico di corte dell’imperatore, che ne fece il proprio “buen retiro”, insieme a un’altra proprietà a Gorla, allora piccola Parigi. Le curiosità che portarono il celebre chirurgo al promontorio sul Naviglio, dove nasce l’Adda e svetta la sontuosa proprietà, sono raccontate in un libro dello storico trezzese Italo Mazza: "La casa sulla ripa di Concesa, dai Pozzi da Perego ai Bassi di Milano". È lui che ripercorre il curriculum sfolgorante dell’acquirente: scienziato, accademico, astronomo, più volte insignito di cariche pubbliche da Bonaparte, che lo nominò conte e gli affidò la sua salute e quella di Giuseppina.

L’acquisto dell’ex roccaforte risale al febbraio 1799, "fu quello che oggi chiameremmo un affare – spiega l’autore – sia perché l’immobile usciva da un groviglio di ipoteche che ne abbassarono il prezzo, sia perché la vendita a corpo comprendeva un ricco corredo di boschi e terreni per 271 pertiche e 12 tavole". Nel 1915 passò a Silvio Crespi, erede degli industriali che fondarono il Villaggio operaio gioiello Unesco, che la rinominò in onore della moglie.

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