Paragone, il Comune si allontana: mancano 1.541 voti, non solo 43

Il ricorso al Tar

Gianluigi Paragone candidato sindaco a Milano

Gianluigi Paragone candidato sindaco a Milano

Altro che 43 voti per arrivare al 3% ed entrare in Consiglio comunale, in realtà di voti ne mancano 1.541. L’ordinanza emessa dal Tar dopo il ricorso dell’ex candidato sindaco di Italexit Gianluigi Paragone per ottenere il riconteggio delle schede delle elezioni comunali dello scorso ottobre e raggiungere la soglia necessaria per ottenere uno scranno nell’assemblea di Palazzo Marino contiene una sgradita sorpresa per Paragone e per le due liste che lo appoggiavano, cioè Milano Paragone Sindaco e Grande Nord. La Prefettura, infatti, ha comunicato al collegio del Tar che deve pronunciarsi nel merito della questione che "il numero riportato a pag. 97 del verbale delle operazioni elettorali dell’Ufficio elettorale centrale è frutto di errore materiale in quanto, dall’esame dello stesso verbale, si evince che, in realtà, il totale dei voti validi conseguiti dalle liste “Milano Paragone Sindaco” e “Grande Nord” non è pari a 14.376 ma a 12.878. Di conseguenza, l’estromissione delle suindicate liste è avvenuta per uno scarto di 1.541 voti validamente espressi e non per soli 43". Insomma, l’obiettivo di Paragone – ottenere i voti necessari per entrare in Consiglio comunale – sembra allontanarsi.

Non solo. La Prefettura fa notare che a differenza di quanto indicato nel ricorso del leader di Italexit, e cioè che a perdere il posto in Consiglio comunale nel caso in cui Paragone raggiungesse il 3% sarebbe la consigliera della Lega Annarosa Racca, lo scranno che salterebbe sarebbe quello di Milano in Salute, cioè Marco Fumagalli. Due elementi – il diverso numero di voti verificati e lo sbaglio nell’indicare chi dovrebbe perdere il posto in Consiglio – che "impongono al Collegio (del Tar, ndr) di disporre, allo stato, di non proseguire oltre nella verificazione, e ciò in quanto tali elementi mettono in luce profili di inammissibilità del ricorso, ed in quanto, in ogni caso, non è possibile procedere al riconteggio delle schede ed al ricalcolo dei voti senza che sia stato evocato in giudizio" Fumagalli e non la Racca. L’udienza sul merito è fissata il 24 maggio.

Massimiliano Mingoia

Nicola Palma

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