Ospedali, orari lunghi contro le liste d’attesa: ecco come funzionerà la sperimentazione

Ad ogni Azienda Socio Sanitaria lombarda basterà estendere il servizio anche in una sola sede per essere in regola. Si parte il primo maggio, la svolta durerà un anno

Secondo i dati della Regione, nel 2021 sono state recuperate 522mila prestazioni

Secondo i dati della Regione, nel 2021 sono state recuperate 522mila prestazioni

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Milano - Ad anticiparla è stata, su queste pagine, la vicepresidente della Regione, Letizia Moratti. A rilanciarla, ieri, è stato il governatore lombardo Attilio Fontana. Il riferimento è alla delibera con la quale l’esecutivo di Palazzo Lombardia ha esteso in via sperimentale gli orari in cui è possibile ricevere alcune prestazioni sanitarie ambulatoriali, nello specifico: Tac, risonanze magnetiche e mammografie. "Dal primo maggio – ha fatto sapere Fontana dalla sua pagina Facebook – tutte le Aziende Sanitarie pubbliche (ASST/IRCCS) della Lombardia dovranno garantire prestazioni anche nelle fasce serali (dalle 20 alle 24) dal lunedì al venerdì, nei pomeriggi dei giorni prefestivi e nei giorni festivi. Si parte –precisa il governatore – dalle prestazioni di diagnostica per immagini erogate dalle grandi attrezzature (tac, risonanza magnetica, mammografia)". Ma come funzionerà l’estensione del servizio? Delibera alla mano, ecco i dettagli.

Innanzitutto la sperimentazione partirà il primo maggio e durerà un anno. In questi dodici mesi le aziende sanitarie pubbliche – quindi le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) e gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) – dovranno "obbligatoriamente individuare una o più sedi ove fissare con cadenza settimanale almeno un turno serale, un turno prefestivo e un turno festivo di erogazione" delle prestazioni che si è anticipato. Ad ogni ASST basterà quindi adeguare gli orari anche solo in una sua sede. E qui sarà sufficiente individuare, nei giorni feriali, quindi dal lunedì al venerdì, "almeno un turno serale" (quindi dalle 20 alle 24), nei giorni prefestivi (il sabato, ad esempio) un turno pomeridiano (dalle 14 indicativamente) e nei festivi un turno mattutino o pomeridiano.

L’obiettivo è recuperare le prestazioni rimaste in arretrato a causa della pandemia da Coronavirus e raggiungere nel 2022 un volume di produzione pari al 110% rispetto al volume del 2019, rispetto al pre-Covid. "Un modo concreto per ridurre le liste di attesa, un passo in avanti importante per dare ancora più servizi ai nostri cittadini" commenta Fabrizio Cecchetti, coordinatore della Lega Lombarda. A replicare al post di Fontana e allo stesso Cecchetti è Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd: "La delibera sulle liste d’attesa, così concepita, è solo fumo negli occhi dei lombardi. Più che ambulatori aperti dovrebbe chiamarsi ambulatorio aperto, perché ogni ASST è tenuta ad applicare l’apertura serale e il sabato in una sola struttura, che magari si trova a trenta o quaranta chilometri di distanza dal domicilio di un cittadino che ne ha bisogno. Per non parlare del fatto l’apertura straordinaria non riguarda le prime visite, che oggi hanno tempi d’attesa lunghissimi, anche di un anno se non urgenti, anche di un mese se molto urgenti, sempre che le agende non siano del tutto chiuse".

 

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