Milano, massaggiatrice uccisa in via Esterle: spunta un testimone

La donna di notte lavorava nel karaoke che resta aperto fino alle 4 ed è frequantato solo da cinesi facoltosi. Gli investigatori hanno un Dna

I rilievi  nella casa  di via Esterle

I rilievi nella casa di via Esterle

Milano, 19 ottobre 2020 - Non sarà archiviato, come previsto per scadenza dei termini il caso di Hong Songmei, la massaggiatrice cinese massacrata di botte e strangolata nella sua piccola casa di via Esterle. Ci sarebbero alcune testimonianze interessanti, oltre a un dna, elementi ritenuti necessari per una proroga delle indagini. La donna infatti lavorava di notte in un locale karaoke che dista qualche centinaia di metri dalla casa in cui è stata trovata morta. Il locale chiuso al pubblico durante il giorno, resta aperto fino alle 4 del mattino, è una struttura completamente anonima e quasi dismessa, che non salta all’occhio perché non è in un luogo di passaggio. Eppure c’è un campanello con l’indicazione del nome del club, la scritta è cinese perché il locale è frequentato esclusivamente da cinesi, la clientela è facoltosa, stando a quanto hanno appreso gli investigatori. Le indagini proseguono dall’aprile scorso, da quando cioè la cinese di 54 anni è stata trovata morta in via Esterle. Tra le persone finite subito sotto la lente degli inquirenti e già interrogata più volte c’è la coinquilina che, con Songmei, viveva nel piccolo appartamento ricavato dall’ex portineria del palazzo, uno stanzino di pochi metri, ancora sotto sequestro dopo quasi un anno. Con lei, la vittima divideva anche gli "affari": entrambe ricevevano all’indirizzo di via Esterle.

Dalla donna però, gli investigatori non hanno avuto alcuna informazione interessante, nessuna indicazione precisa che li potesse mettere sulla stada giusta. I carabinieri nei mesi hanno ricostruito con più precisione la dinamica dell’aggressione mortale. Una aggressione molto violenta, messa in atto da una persona con molta forza e molta rabbia, avvenuta quasi sicuramente al termine di una lite, forse per soldi. Un colpo forte alla testa, che le ha procurato una ferita profonda all’arcata sopraccigliare destra e un grosso ematoma all’occhio, la botta è stata così forte da strapparle la ciocca di capelli accanto alla tempia e da romperle un orecchino. Poi chi la voleva morta l’ha strangolata, ci sono segni evidenti sul collo, e per rabbia le ha premuto un cuscino sulla bocca. La donna è stata trovata vestita e sdraiata sul letto. Aveva sangue che le usciva dal naso e dalla bocca. Per gli investigatori aveva dato appuntamento a qualcuno con cui si era incontrata nel luogo in cui è avvenuto l’omicidio. La donna frequentava il locale di karaoke saltuariamente come cameriera. Forse ha incontrato qualcuno che poi ha portato a casa e ne è nata una lite?

La donna era anche volontaria agli "Orti di via Padova", dove la ricordano per il carattere mite. Dall’appartamento è sparito un cellulare, ma le amiche avevano il suo numero e non è stato difficile per gli investigatori risalire al flusso di telefonate della ultime ore. Proprio da qui sarebbero partiti gli inquirenti per cercare di dare un nome all’autore di un omicidio così efferato. Dalla comunità cinese di via Padova non è arrivato alcun aiuto, hanno spiegato gli investigatori. Oggi si aggiunge un tassello in più da unire al Dna. mail : anna.giorgi@ilgiorno.net

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