Olimpiadi 2026, Fontana: "Manca poco, Salvini ci dia una mano. Milano soluzione migliore"

Replica a Toninelli: "Se paga tutto di tasca sua, viva Torino". Malagò: "Con candidatura a tre saremmo invincibili"

Manca poco alle candidature per le Olimpiadi 2026 (foto repertorio)

Manca poco alle candidature per le Olimpiadi 2026 (foto repertorio)

Milano, 24 settembre 2018 - "Credo sia questione di pochi giorni. Mi auguro e spero che il buonsenso del ministro Salvini ci dia una mano, leggo sue dichiarazioni incoraggianti". Lo dice Attilio Fontana, governatore lombardo, a margine del dopo giunta odierno. Fontana parla dell'iter olimpico invernale che vedrà impegnate le Regioni di Lombardia e Veneto nella candidatura, in vista della sessione del 2026 e conferma il costante contatto con il sindaco meneghino Giuseppe Sala: entrambi "siamo in attesa di capire quali saranno le decisioni finali", dice perché "se non se ne fa niente è chiaro che la nostra proposta rimane lì". Ma se invece invece ci dovesse essere "la disponibilità a sostenere almeno dal punto di vista formale al Cio la nostra candidatura, sicuramente andremo avanti".

Rispetto invece alla cadidatura di Torino per le olimpiadi invernali 2026 e alle dichiarazioni a favore di un suo rilancio da parte del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli il presidente della Lombardia aggiunge: "Se segue le sue indicazioni, con i costi integrali a carico di Torino, se ce la fa per conto suo, viva Torino. Milano era la soluzione migliore - conclude Fontana -, il tridente andava bene, le due punte anche: noi siamo favorevoli al fatto che l'Italia non perda un'occasione così importante".

Intanto anche il Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha parlato oggi delle Olimpiadi 2026 intervenendo su Radio2 alla trasmissione 'Non è un paese per giovani': "Fino all'ultimo spero che si riesca a fare un discorso tutti insieme perché secondo me diventeremmo invincibili, molto forti". Malagò non ha perso la fiducia: "Torino molla? La parola molla non mi piace", specifica il capo dello sport italiano, ribadendo che se il capoluogo piemontese dovesse restare sulla sua posizione di tirarsi indietro dal cartello composto anche da Milano e Cortina, "prima di rinunciare del tutto, chiaro che c'è un'ipotesi comunque robusta, seria, autorevole", con il binomio Milano-Cortina.

L'auspicio di Malagò, tuttavia, resta quello di correre tutti insieme: "C'è qualche speranza che si riesca a ricompattare il gruppo", annuisce, ricordando tutte le peculiarità a livello di impianti di Torino, che sono eredità delle Olimpiadi del 2006: "Prendiamo l'esempio della pallavolo, su 8.000 comuni Torino è l'unica città in Italia - ha ricordato Malagò - che può ospitare le finali sia dei due gironi a 6, sia semifinali e finali di questa manifestazione, perché in virtù delle Olimpiadi del 2006 ha un impianto con determinati parametri per cui quando ti candidi per i mondiali di pallavolo non puoi che fare la finale lì. Tutti gli altri sono una 'deroga'". Concludendo, il numero uno dello sport italiano, lancia un messaggio: "Le Olimpiadi non sono un costo ma nei decenni successivi sono un investimento".

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