Nuovo procuratore, tre in corsa

Prima di Pasqua l’Ufficio che fu di “Mani pulite“ avrà il nuovo responsabile

Succederà tutto in fretta. Cosa esattamente, ancora non si sa. Prima di Pasqua, Milano avrà il suo nuovo procuratore capo, il successore di Francesco Greco andato in pensione a novembre con buona parte dell’ufficio contro di lui. Proprio a metà aprile smette la toga per ragioni di età anche il “vice“ che in questi mesi ha retto la baracca, il procuratore aggiunto Riccardo Targetti. Se entro quella data il Consiglio superiore della magistratura (Csm) non avrà nominato il nuovo capo, la reggenza finirebbe al più anziano dei “vice“ rimasti, Fabio De Pasquale che però è al centro di una della vicende che sotto la guida dell’ex procuratore Greco ha spaccato la Procura ed è tuttora indagato a Brescia per omissione d’ufficio in relazione al processo ai vertici Eni (tutti assolti) nelle cui udienze De Pasquale sosteneva l’accusa.

Insomma, per evitare imbarazzi il Csm ha già fatto sapere che la nomina avverrà entro un paio di settimane. E qui la faccenda si fa complicata perché i nomi rimasti in corsa sono tre. In pole position c’è Marcello Viola, attuale procuratore generale a Firenze ed ex procuratore di Trapani. Era stato in corsa per la procura di Roma, venne scavalcato ma poi Tar e Consiglio di stato gli diedero ragione. Solo che poi Roma è toccata comunque ad un altro e lui ora verrebbe volentieri a Milano ma è in corsa anche per Palermo (dove il capo della procura verrà votato però più avanti). Viola è di Magistratura indipendente, la corrente più conservatrice nel sindacato delle toghe.

Secondo candidato è Giuseppe Amato, ora capo a Bologna, indicato da Unicost, il correntone di centro molto indebolito dopo il caso Palamara. In terza fila c’è l’unico “milanese“ Maurizio Romanelli, attuale procuratore aggiunto, corrente di Area, quella a sinistra. Che farà il Csm? Due possibilità: il papa “straniero“ e allora toccherà quasi certamente a Viola, oppure la soluzione “ambrosiana“ come avviene da mezzo secolo e in quel caso sarà Romanelli a dover ricucire i rapporti nell’ufficio che fu di Greco. Detto che ora le maggioranze al Csm sono assai fluide, è probabile che al primo tentativo nessuno raggiunga i 14 voti necessari e si vada al ballottaggio tra Viola e Romanelli. E a quel punto tutto sarà possibile: anche che Viola, eventualmente scavalcato, faccia ricorso al Tar e poi in attesa degli esiti accetti di buon grado Palermo.

M.Cons.

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