Milano, i mille volti dell’anziana truffatrice: almeno altri tre negozianti raggirati

La 'nonnina' ha i capelli grigi ma anche rossi. Colpiti altri locali e pure una parrucchiera. "Ci ha incantati"

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Milano - "Con quella parlantina intorterebbe chiunque. E infatti ci riesce". "La guardavo e mi ipnotizzava". "Sa incantare". L’anziana truffatrice con i capelli grigi, ma che sono stati anche rossi e chissà in quanti altri colori, legati in una coda o sciolti sulle spalle, radi, ha colpito in almeno altre tre attività commerciali sparpagliate per la città. Raggiri venuti a galla dopo che Carmine Barbaro e Annalisa Gentile, che gestiscono il bar caffetteria napoletana “Sciuscià“ di via Ponchielli, traversa di corso Buenos Aires, hanno raccontato su queste pagine la trappola in cui sono caduti mercoledì scorso, quando la "finta nonnina" si è volatilizzata con 210 euro, il resto che è riuscita a ottenere dalla coppia dopo aver ordinato pasticcini, bottiglie di vino e drink senza pagare nulla. Nessuno ha mai portato la banconota da 500 euro che a suo dire avrebbe poi versato il suo fantomatico marito. "L’ingegnere Bellotti". Che in altre circostanze è diventato "l’ingegnere Borelli" o "l’avvocato Brambilla". Ma il copione è sempre lo stesso. Lo raccontano gli altri truffati, anche loro ammaliati da una signora "spigliata, anziana, sulla settantina, con occhi celesti, accento milanese e modi cortesi". Da “Sciuscià“ non è passato inosservato il suo orecchino vistoso a forma di zanna di elefante con strisce nere. In altre attività indossava orecchini a cerchio e occhiali con la montatura dorata. "E aveva in mano una sigaretta".

Annalisa Gentile e Carmine Barbaro gestori della caffetteria napoletana Sciuscià
Annalisa Gentile e Carmine Barbaro gestori della caffetteria napoletana Sciuscià

C’è chi dice che l’accento milanese non sia autentico ma costruito. Da una vera professionista della truffa che, immaginiamo, prima di entrare in scena ripassa la parte come un’attrice consumata: cadenza, movenze, ma anche nomi e storie dei negozianti che millanta di conoscere quando si presenta davanti ai loro dipendenti per non destare sospetti. "Era il 19 aprile. Io non ero al lavoro perché stavo rientrando dalle vacanze di Pasqua. E questa signora lo sapeva! Così come il mio nome. “Mio marito è un carissimo amico di Antonello“, ha detto alla ragazza di turno. Aggiungendo di non telefonarmi per non disturbarmi, perché avrebbe potuto anche farla licenziare", spiega Antonello Lai, di “Bollani Milano dal 1930“, panetteria-pasticceria di via Ripamonti. La signora si è fatta incartare vassoi di dolci e ha chiesto bottiglie di prosecco per un totale di circa 300 euro, dicendo che sarebbe passato il marito a ritirare tutto e a pagare con una banconota da 500 euro. "Ed è scappata con 200 euro di resto. La ragazza mi ha detto “ero come ipnotizzata“". Al “Bistrò 23“ di via Principe Eugenio, zona Mac Mahon, il colpo è stato messo a segno più di un anno fa. "Ci ha portato via 170 euro – continua Stefania, aiutante della titolare –. Quella donna aveva i capelli rossi ed era anziana. Molto gentile. Ha prenotato tavolini per la festa della figlia, si è fatta preparare pasticcini e bottiglie di alcolici. Costo totale: 330 euro". Poi, la telefonata. "Fingeva, ma lo abbiamo capito dopo, di parlare con il marito. E ci ha chiesto se avessimo il resto di una banconota da 500 euro. Le abbiamo detto di sì. Poi io l’ho accompagnata, con in mano i vassoi, mentre lei aveva già il resto di 170 euro in tasca. Mi ha detto “citofoni a mio marito, l’avvocato Brambilla, a quel portone. Io vado intanto a prendere i fiori“. Non c’era nessun avvocato Brambilla e lei non è più tornata".

Due settimane fa, la “nonnina“ ha raggirato anche una dipendente di “Vintage Parrucchieri“ in via Parmigianino, zona De Angeli. "Il titolare non c’era – racconta Cosima L’Abbate – e lei è entrata chiedendomi di lui. Sapeva anche il mio nome e ha voluto prendere appuntamento per l’indomani". Poi ha continuato. "Mi ha intortato così: “Domani è il compleanno di mia figlia. Posso vedere una piastra e un phon da regalarle?“. Mi ha anche fatto telefonare al titolare per uno sconto. E ha deciso di prendere subito la piastra. “Domani saldo il totale“. L’ho accompagnata io a casa, con la piastra in mano, e mi ha proposto di darle subito il resto (180 euro) per comprare i fiori e la torta. “Tu citofona a mio marito, l’ingegnere Borelli (o Botelli), due portoni avanti, che ti darà i 500 euro“. Le ho dato i soldi. Non c’era nessun ingegnere. Ho aspettato mezz’ora". Al momento, solo “Sciuscià“ ha presentato denuncia ai carabinieri. "Magra consolazione sapere che non siamo i soli raggirati. A tutti rinnoviamo l’appello: fate attenzione. L’anziana truffatrice può colpire ancora".

 

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