Cancellate le multe degli amici: dopo gli arresti, altri 11 indagati

Milano, chiusa l’inchiesta che coinvolge i ghisa. Fra i nomi di spicco il sindacalista Cobelli

Polizia locale in una foto di repertorio

Polizia locale in una foto di repertorio

Milano, 4 febbraio 2021 - Quattro arresti tra la fine di luglio del 2019 e il giugno del 2020. Ora l’avviso di chiusura indagini per altre 11 persone, tra le quali spicca il nome del vigile milanese Mauro Cobelli, storico sindacalista della Cisl e “nemico“ dell’ex comandante della polizia locale Antonio Barbato. Stando a quanto emerge dagli atti visionati dal Giorno, è questo l’ulteriore sviluppo dell’inchiesta "Ghisa scura", che un anno e mezzo fa aveva portato ai domiciliari l’agente di polizia locale Irene Franca Cariello e le due amministrative all’epoca in servizio all’Unità riscossioni e relazioni con il pubblico del Comune Assunta Montuoro e Anna Maria Vardano: secondo gli accertamenti condotti dai carabinieri del Nucleo investigativo sotto il coordinamento del pm Carlo Scalas, le tre indagate si erano introdotte decine di volte nel sistema informatico di gestione delle contravvenzioni (Cariello materialmente e le altre due in concorso morale con lei) per regolarizzare le posizioni debitorie degli automobilisti "amici" che non avevano pagato le multe o pretendevano di farlo con lo "sconto" oltre i termini. Per il gip Laura Anna Marchiondelli, le indagini avevano smantellato "un vero e proprio “sistema“ delinquenziale, nel quale le indagate si adoperano anche per far risparmiare ai “clienti“ poche decine di euro, ottenendo in cambio prestazioni professionali o incassando semplice riconoscenza da spendere in futuro".

Undici mesi dopo, era toccato a un altro ghisa addetto all’Ufficio ingiunzioni, il cinquantottenne Agostino Pasquale Cianflone, finito ai domiciliari: la seconda tranche di inchiesta aveva scoperto la definizione fraudolenta di 71 ordinanze di ingiunzione prefettizie, con un danno erariale alle casse di Palazzo Marino per un ammontare stimato di circa 12mila euro; 33 i cittadini che si erano rivolti a Cianflone, a loro volta denunciati in concorso. Adesso il terzo step: la Procura ha inviato le informazioni di garanzia e notificato l’avviso di chiusura indagini ad altre 11 persone, le cui posizioni sono state stralciate dal procedimento originario: tra loro ci sono sia persone che avrebbero beneficiato degli "sconti" sulle sanzioni sia agenti della polizia locale, tra cui, come detto, Cobelli. Le accuse, a vario titolo: frode informatica, accesso abusivo a sistema informatico e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Il periodo preso in esame dagli inquirenti, secondo quanto risulta, arriva fino al 7 febbraio dello scorso anno. Il nome di Cobelli era emerso già nella prima ordinanza di custodia cautelare del luglio 2019. A tirare in ballo il sindacalista Cisl con i militari della Tenenza di Rozzano era stato, il 19 gennaio 2018, Domenico Palmieri, ex dipendente della Provincia arrestato (ha poi patteggiato 3 anni e 4 mesi) nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni del clan Laudani negli appalti del colosso alimentare Lidl e della società Securpolice. Da quella denuncia era scattata l’indagine dei carabinieri, che nei giorni scorsi ha vissuto un altro importante snodo.  

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