Morto nel cantiere della M4, all'amico l’ultimo sms: "Sto entrando nel tunnel"

Raffaele Ielpo nel ricordo di chi l’ha conosciuto e ci ha lavorato insieme. Alla Messa in suffragio, il don agli operai: voi siete costruttori di strade

Raffaele Ielpo, chiamato dagli amici il Gazza

Raffaele Ielpo, chiamato dagli amici il Gazza

Milano, 15 gennaio 2020 - Rude e burbero quando vedeva accadere in cantiere qualcosa che non gli piaceva, quando riteneva che non si stesse lavorando al meglio. Ma sempre pronto a fare gruppo, durante l’orario di lavoro come nel tempo libero. Sempre disponibile ad aiutare e consigliare i colleghi e sempre in prima linea quando si trattava di organizzare grigliate, cene, serate al Club del campo base della Metropolitana 4, quello in via Buccinasco, o altrove. Qualche suo collega riferisce che si offendeva se ci si rifiutava di partecipare ad uno di questi momenti. Quel che si dice: un uomo-squadra. Del resto, Raffaele Ielpo una squadra doveva guidarla tutti i giorni. E non delle più semplici: a lui e ai suoi uomini spettava il compito di governare l’enorme talpa meccanica con cui si realizzano i tunnel dove corrono i treni delle metropolitane. Lo faceva a Milano per la M4 da due anni e mezzo. Ma lo aveva già fatto in altre parti del mondo: in Cina, in Sudafrica, in Norvegia e Islanda. Tutti unanimi, i suoi colleghi, nel riconoscerne la grande esperienza e le capacità. Questo era e continua ad essere Ielpo nel ricordo dei suoi colleghi, ieri pomeriggio ritrovatisi proprio al Campo base di via Buccinasco 48 per partecipare alla Messa in suffragio celebrata da don Fabrizio Martello alla presenza dei suoi due fratelli e della sorella, oltre che del sindaco Giuseppe Sala, dell’assessore comunale Marco Granelli e del presidente della società M4, Fabio Terragni. 

Nato a Lauria, in Basilicata, soprannominato «Gazza», Ielpo è morto lunedì a 42 anni mentre lavorava nel cantiere M4 di piazza Tirana. Qui stava provvedendo a realizzare i cunicoli per le uscite di sicurezza della linea. Un lavoro che aveva iniziato a dicembre. Domenica aveva trascorso la serata al Club del Campo base, a vedere la partita di calcio tra Juventus e Roma, lui che tifava Inter. Uno di quei momenti di gruppo che tanto amava. L’ultimo col quale ha scherzato lunedì prima di entrare in cantiere è stato Antonio Brivio, 35 anni, suo collega di lavoro in M4, suo corregionale («Sono di Latronico, poco distante da Lauria» dice), suo grande amico: «Proprio poco prima di iniziare a lavorare mi ha mandato un messaggio su whatsapp: “Sto entrando in cantiere“. E una foto delle sue: lui che scherzosamente mi manda un bacio». In cantiere questi lavoratori passano pure 21 giorni al mese consecutivi, 24 ore su 24. «Siete costruttori di strade» ha detto il don agli operai M4. «Ci saranno indagini, come è ovvio. Apparentemente sembra una tragica fatalità – ha spiegato il sindaco Sala –. Quei massi sono caduti esattamente nel momento in cui c’era un tecnico a controllare: sembra incredibile però così è stato e Raffaele non c’è più».

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