Morto all’ospedale San Paolo il boss mafioso Benedetto Capizzi. Chi era

Il malavitoso, per le sentenze capo del mandamento Villagrazia-Santa Maria del Gesù, era ricoverato in regime di detenzione. Doveva scontare due ergastoli

Benedetto Capizzi quando fu arrestato nel 2008

Benedetto Capizzi quando fu arrestato nel 2008

Milano, 12 settembre 2023 – È morto all’ospedale San Paolo di Milano, dove era ricoverato in regime di detenzione, il boss di Cosa Nostra Benedetto Capizzi. Aveva 79 anni.

Capizzi, per le sentenze uno storico esponente della “cupola” doveva scontare due ergastoli ed era detenuto in regime di 41 bis nel carcere di massima sicurezza di Opera. Durante la detenzione era emerso come l'uomo cercasse di controllare dal carcere il suo mandamento, quello di Villagrazia-Santa Maria del Gesù.

Le sue condizioni di salute si erano aggravate la scorsa estate fatto che aveva spinto i medici, in accordo con la direzione del carcere e il magistrato di sorveglianza, a optare per il trasferimento nel nosocomio nel quartiere Barona. È stata disposta l'autopsia. 

Chi era 

Il nome di Capizzi balzò all’onore delle cronache nel 2008, successivamente alla sua nomina – così riportano le cronache – come capo della commissione provinciale, organo direttivo che riunisce i leader di Cosa Nostra nel Palermitano. 

Sarebbe stato proprio questo incarico una delle “scintille” dell’operazione Perseo, che portò all’arresto di Capizzi e altre 94 persone, considerati esponenti della mafia. Obiettivo dell’inchiesta era quello di contrastare la riorganizzazione della criminalità organizzata dopo gli arresti dei boss Bernardo Provenzano, Antonio Rotolo e Salvatore Lo Piccolo nel 2006 e 2007.

Ad appoggiare la costituzione di questo organo interno a Cosa Nostra – che avrebbe dovuto restaurare il vecchio metodo, con un unico capo dei capi – sarebbe stato l’allora “primula rossa” mafiosa Matteo Messina Denaro, che avrebbe successivamente progettato di rimpiazzare Capizzi qualora questi fosse finito in manette. 

Una nomina non condivisa

Le indiscrezioni delle cronache all’epoca riportarono dei dubbi di un altro boss palermitano, Gaetano Lo Presti, a capo dell’area di Porta Nuova. “Chi ha autorizzato questo?” avrebbe detto Lo Presti. Parole che spinsero gli investigatori ad accelerare sull’operazione, temendo che potesse scoppiare una nuova guerra di mafia.

Sequestro dei beni

Nel 2015 il tribunale di Palermo dispose la confisca dei beni riconducibili al boss: un patrimonio da 5 milioni di euro, fra i quali c’era anche una villa a tre piani, dove abitavano i familiari di Capizzi, intestata a un prestanome.

Nel corso degli accertamenti emerse come il mafioso conservasse il suo ruolo di reggente del mandamento di Villagrazia Santa Maria di Gesù anche dietro le sbarre, impartendo ordini e direttive tramite il figlio Sandro. “"Se qualcuno vuole alzare la 'cricchia' (cresta ndr) se la cali perché ci lascia la pelle, chiaro?...Pugno duro, hai capito? Pugno duro con tutti!".