Donna muore dopo liposuzione: sequestrate le cartelle, il medico continua ad operare

Si attende per la prossima settimana l'autopsia sulla giovane romena

Mattia Colli

Mattia Colli

Milano, 14 aprile 2018 - Il «Centro di chirurgia plastica ed estetica MC», in via Podgora 7, dove è stata sottoposta ad una liposuzione, lo scorso 5 luglio, Ana Maria Cracium, 34 anni, romena, poi morta due giorni fa in un hospice nel Bresciano, «continua ad essere aperto e operativo». Il medico Mattia Colli, 32 anni, indagato per omicidio colposo, ieri è tornato al lavoro come ogni giorno. Per lui parla l’avvocato Gian Filippo Schiaffino. «Colli è un medico di alto livello che opera in una struttura importante, autorizzata e che ha tutti i parametri in regola per operare». Si attende l’autopsia sul cadavere della 34enne, gli esami probabilmente non verranno fissati prima dell’inizio della prossima settimana. Nell’ambito dell’ inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luisa Baima Bollone e condotta dai carabinieri della compagnia Duomo, si sta analizzando la documentazione acquisita, le cartelle cliniche e si stanno verificando i titoli ad operare del medico. La perquisizione due giorni fa è stata fatta dai carabinieri in una clinica che assomiglia più a uno studio-appartamento e si trova a due passi dal Tribunale.

Secondo il difensore del chirurgo l’episodio «si presta ad una difesa efficace, anche perché hanno operato anche altri medici di un altro Paese, la Romania». La donna, infatti, che secondo la denuncia del compagno, assistito dal legale Laura Gravina, ha vissuto «nove mesi di agonia», dopo la liposuzione è tornata in Romania dove è stata operata più volte. Per la difesa di Colli, il batterio potrebbe essere stato contratto quindi anche in un momento succesivo al ricovero a Milano. La diagnosi gravissima è stata quella di una «fascite necrotizzante», ossia una grave forma di infezione legata a un batterio raro. Sarà necessario capire anche se siano state fatte tutte le coperture antibiotiche ad ampio raggio che sono da protocollo in questi casi. Saranno i periti a chiarire i dettagli dell’intervento nella clinica e la causa che hanno portato una ragazza così giovane alla morte. Il decorso «causale» fino alla morte, però, secondo la difesa, dovrà essere analizzato anche con l’esito degli accertamenti autoptici. Il medico, ha spiegato il suo difensore, «ha seguito tutte le regole e le prescrizioni anche nella fase post operatoria, prescrivendo antibiotici alla signora che poi è tornata in Romania».

 

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