Milano ti dà sempre l’occasione: giovani, mai piangersi addosso

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"Dopo Sanremo l’unica cosa che non è cambiata è il mio approccio nel fare musica, che parte sempre da un’urgenza". Parola di Tananai, al secolo Alberto Cotta Ramusino, 27 anni, di Cologno Monzese anche se nato a Milano e ora residente in Piola. "Quando cammino per strada a volte mi dico: sembro diventato famoso. Ecco, a questa cosa qua non mi ci sono proprio abituato. È un periodo confuso, ma pieno di soddisfazioni. E complesso, come tutte le cose belle; non c’è solo felicità, ma anche preoccupazioni, ansie da prestazione. Ampliando il bacino di utenza le aspettative crescono, poi sta a te essere fedele a te stesso e alla musica".

Immaginava che da un insuccesso potesse nascere un successo?

"Dalla mia ho avuto il fatto che Milano è una città molto veloce che ti lascia poco tempo per star lì a piangerti addosso. Dall’età di 14-15 anni sono state più le volte in cui ho ricevuto porte in faccia di quelle in cui si sono aperte. E come naufragava una cosa già guardavo alla successiva. Mi hanno definito genio del marketing, ma la realtà se ci fosse stato lì uno dei miei amici avrebbe reagito allo stesso modo".

Che significa essere artisti a Milano?

"Milano è bella perché inafferrabile. Roma ha una forte identità musicale, la musicale romana è fatta da romani che parlano dei loro borghi, delle loro esperienze, della loro vita. Questa cosa manca un po’ a Milano, città che attrae giovani artisti un po’ da ovunque. Se manca qualcosa è quella forte identità, tutto è molto dinamico, aperto, ed è proprio questo a farmi immaginare un futuro qui. L’unica cosa a cui cerco di sfuggire, infatti, è la noia".

Il 3 settembre canta a Bergamo e il 18 maggio al Fabrique. Un pubblico ancora da conquistare.

"Sì, è il primo vero tour e sto iniziando a conoscere davvero il mio pubblico. Finora sono stato fortunato perché non mi aspettavo che conoscesse pure le mie vecchie canzoni. Piacevole sorpresa, al di là della gratificazione personale: significa che sono ragazzi interessati a capire cosa vanno ad ascoltare. Fa ben sperare non solo me, ma il mondo della musica".

Il nuovo singolo “Pasta” riscopre l’elettronica dei primi lavori. Un cerchio che si chiude?

"Possiamo dire così. Dopo canzoni più melodiche come ‘Sesso occasionale’ o ‘La dolce vita’, con Fedez e Mara Sattei, ci tenevo a tirare fuori quella parte di me. Tornare alle origini, quando mi facevo chiamare Not for Us".

Andrea Spinelli

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