Scuola, scatta la corsa ai licei. Ma mancano i professionisti e si rimanda la scelta

Professioni in via d’estinzione e studenti imprigionati in percorsi non adatti a loro. "Serve oerientamento, un’educazione alla carriera"

Per la scuola, dopo il biennio della pandemia, è una ripresa difficile

Per la scuola, dopo il biennio della pandemia, è una ripresa difficile

Milano - Corsa ai licei, professionisti che mancano, lavoratori insoddisfatti: il grande assente si chiama “orientamento“. Domani sarà al centro de “La scuola è”, il festival della formazione promosso da Deascuola (webinar dalle 17.30 sulla piattaforma festival.deascuola.it e su YouTube). Dopo la presentazione dell’ultimo sondaggio Younicef sulla percezione del futuro secondo i ragazzi, pedagogisti, psicologi ed esperti analizzeranno - dati alla mano - lo scenario e possibili vie d’uscita. Sotto la lente l’andamento delle iscrizioni. "Dal 2008 al 2021 i licei sono cresciuti del 15% – spiega Diego Boerchi, docente di Psicologia dell’orientamento e sviluppo di carriera all’Università Cattolica – e il liceo scientifico, da solo, concentra il 27% delle richieste".

Quest’anno i licei sono stati scelti dal 60% degli studenti italiani, percentuale che sale al 64% in Lombardia, mentre gli istituti tecnici - dal 2004 a oggi - sono scesi dal 34 al 30% e i professionali dal 22 all’11%. "In un’ipotetica classe da dieci alunni, sei vanno al liceo, tre nei tecnici, uno al professionale", fa il punto Boerchi. Professionali a rischio estinzione? La preoccupazione c’è - anche se è più probabile un appiattimento della curva - non tanto per la sopravvivenza di indirizzi ma per professionalità che rischiano di andar perdute e per il benessere stesso degli studenti, spesso imprigionati in scelte che non sentono proprie. "A volte si predilige il liceo per evitare di fare scelte di carriera, per rimandarle di almeno cinque anni – conferma l’esperto –. Ma poi si finisce per non scegliere ancora perché nessuno ha insegnato a farlo. Serve una nuova visione per avere dei lavoratori e cittadini professionalmente competenti, motivati e soddisfatti".

Ai dati sulla scelta della scuola Boerchi incrocia quelli dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro. "Il 55% dice di ritenersi abbastanza o molto soddisfatto. C’è una percentuale molto alta non soddisfatta – spiega –. E lo si legge anche nei dati di Almadiploma; il 40% dei liceali e degli studenti dei tecnici e il 50% degli studenti dei professionali, tornando indietro, sceglierebbe una scuola diversa. È necessario che le scuole si attrezzino a fare educazione alle carriere". Nel mirino anche il "consiglietto finale" dei prof, "molto debole, basandosi sui voti delle materie" e i pregiudizi delle famiglie su scuole di serie A, B o C. "La scelta passa dalle esperienze, dalla conoscenza di sé e delle passioni, non basta una rassegna dell’offerta tra ottobre e novembre in terza media, condita da finalità di marketing – conclude il professore –, bisogna giocare d’anticipo, con attività propedeutiche sin dalle primarie. Perché la scelta della scuola superiore è la prima scelta importante della vita".

 

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