Melzo, addobbi della Apple a scuola: è polemica

Sull’albero di Natale al posto della cometa ecco la mela della multinazionale poi riproposta su una vetrata. Mammì (M5S) non ci sta

Le decorazioni con il logo di Apple

Le decorazioni con il logo di Apple

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L’interrogativo non è proprio nuovo di zecca ma a rinnovarlo è la vicenda che in questi giorni sta opponendo Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, e Stefania Strignano, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Giuseppe Ungaretti di Melzo nel quale convivono scuola dell’infanzia, elementare e media.  Meglio dirlo subito: non si tratta di un Istituto Comprensivo come altri. Quello di Melzo è l’unico istituto statale che possa vantarsi di essere una “Apple Distinguished School“, una scuola che secondo la Apple, la celeberrima multinazionale statunitense che produce computer, sistemi operativi e dispositivi multimediali, abbina in modo innovativo didattica, strategie di apprendimento e tecnologia. In tutto il mondo ci sono solo 535 scuole che hanno ottenuto questa certificazione e sono sparse tra 32 Paesi. L’Istituto Ungaretti di Melzo l’ha avuta nel 2018.

E proprio nel 2018, fa sapere la preside, per la prima volta, si è deciso di mettere in cima all’albero di Natale, a mo’ di addobbo, quello che è il simbolo della Apple: una mela morsicata su un lato e “natalizzata“ (scusate il neologismo) con brillantini. Una scelta ribadita quest’anno: stesso albero, stessa mela. E non solo: una vetrata della scuola dell’infanzia è stata decorata con uan sequenza di mele morsicate su un lato, ora rosse ora bianche, a comporre un triangolo che sa, di nuovo, di albero natalizio stilizzato. Troppo per Mammì che, a suo dire allertato da alcune famiglie, ha deciso di prendere carta e penna e scrivere alla dirigente scolastica. «Discutibile – spiega il consigliere regionale pentastellato – sostituire i simboli tradizionali del Natale con il simbolo della famosa azienda statunitense come puntale dell’albero e come addobbo alle finestre scolastiche. Una scuola pubblica non può essere veicolo pubblicitario di una multinazionale. Invece di alimentare la cultura del sapere, favorire la creatività, insegnare il pensiero critico e la capacità di lavoro in gruppo, il rischio, più che fondato, è quello di incentivare consumismo e individualismo. Le preoccupazioni e le lamentele dei genitori sono condivisibili: non si può commercializzare il diritto all’istruzione».

A Mammì, meglio precisarlo, non sfugge il fatto che si tratti di una “Apple Distinguished School“. Da qui la replica di Strignano: «Faccio presente che nel cortile del nostro Istituto c’è quello che tutti noi, me compresa, riteniamo essere il vero simbolo del Natale: un presepe. Quanto alla mela in cima all’albero, la riproponiamo dal 2018, anno in cui abbiamo ottenuto la certificazione della Apple. Quanto alla decorazione della vetrata della scuola dell’infanzia, non ne ero a conoscenza, credo sia un’iniziativa delle insegnanti. Ma questa polemica – conclude la preside – è strumentale: questa scuola ha un metodo formativo unico, da 2 anni a questa parte abbiamo avuto un aumento delle iscrizioni pari al 25%, abbiamo più richieste che posti e ci sono famiglie residenti in altri Comuni, anche lontani, che vogliono iscrivere i figli qui: questo forse dà fastidio a qualcuno».  

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