Riqualificazione del Lorenteggio, a settembre si riparte

L'assessore regionale Stefano Bolognini: "Entro l’estate la demolizione dell’edificio al 181". Poi nuovi traslochi

Il complesso di via Lorenteggio 181

Il complesso di via Lorenteggio 181

Milano, 20 giugno 2019 - Ripartirà a settembre il piano di riqualificazione dei quartieri Giambellino e Lorenteggio. A dirlo è Stefano Bolognini, assessore regionale alle Politiche abitative. Due le azioni che si potranno mettere in campo tra la fine della stagione estiva e l’inizio dell’autunno: da un lato il completo abbattimento del complesso di via Lorenteggio 181 e, dall’altro, il trasloco degli inquilini dei palazzi di via Manzano 4 e via Lorenteggio 179.

La demolizione sarà completata «entro settembre», dice l’assessore. Mentre il trasloco delle famiglie partirà «dall’autunno». Per chi non lo ricordi, tutti e tre gli edifici menzionati devono essere abbattuti e ricostruiti. Così prevede l’accordo di programma siglato per la riqualificazione dello storico quartiere milanese. Da qui l’allontamento coatto di chi vi abita. Per ora il piano ha tagliato un solo traguardo: è stato completato il trasferimento delle famiglie residenti al civico 181 di via Lorenteggio e si è provveduto a demolire uno dei tre edifici del civico 181. Tutto messo nero su bianco dalla Prefettura nella nota diramata il 15 marzo scorso. Da allora, però, non si è praticamente mosso più nulla. A rallentare la demolizione del complesso al 181 è stato (ed è tuttora) un problema relativo alla bonifica dell’area immediatamente a ridosso del complesso stesso evidenziato dall’Ats.

Ma ieri, a margine della presentazione dei lavori conclusi da Aler e Regione in via Gran San Bernardo 1, sono arrivate le rassicurazioni di Bolognini: «Entro settembre in via Lorenteggio 181 sarà tutto demolito, quindi dall’autunno inizieremo il trasferimento delle 70 famiglie di via Manzano 4 e da febbraio-marzo 2020 l’abbattimento del palazzo. La demolizione di via Lorenteggio 179, invece, partirà da settembre 2020». Detto altrimenti: nel giro di un anno l’atteso piano dovrebbe decollare. Tutto pacifico, quindi? Non ancora. Secondo Bolognini rimane un problema aperto: «A Milano non ci sono spazi e posti sufficienti ad accogliere gli inquilini abusivi che saranno allontanati dal quartiere Lorenteggio per via dei lavori e che non possono essere abbandonati a se stessi perché versano in condizioni di oggettiva fragilità o vulnerabilità». Detto altrimenti: si tratta di quelle famiglie che pur essendo abusive hanno però a carico minori, anziani, disabili, persone non autosufficienti.

Le stime di Regione e Comune combaciano: il 40-50% delle famiglie da allontanare combinerebbe lo status di irregolare e la presenza di persone non autosufficienti all’interno del proprio nucleo. «Un problema non da poco, vista la carenza di spazi» dice Bolognini. Dal canto suo, Gabriele Rabaiotti, assessore comunale alla Casa, sposta il focus del problema: «Non imputiamo agli abusivi le difficoltà fin qui riscontrate nel far progredire il piano previsto per il Giambellino-Lorenteggio. Pur nelle difficoltà, finora siamo sempre riusciti a trovare una sistemazione alternativa alle famiglie con persone non autosufficienti a carico sgomberate perché abusive. E lo abbiamo fatto attraverso gli alloggi in condivisione fuori Erp - quindi non alloggi pubblici - e i contratti di locazione temporanea della durata di 18 mesi. Il punto è fare in modo che le procedure di mobilità siano coordinate ai cantieri e alla durate dei contratti temporanei». Gli inquilini in regola saranno per lo più ospitati «nei 220 alloggi Aler ora disponibili – fa sapere di nuovo Bolognini – nel quadrilatero del quartiere Lorenteggio».

 

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