Lobby nera, indagata anche la "donna del trolley", contessa e amica di Savoini

Lali Panchulidze, la 36enne georgiana, è collaboratrice di Roberto Jonghi Lavarini, il barone nero al centro dell'inchiesta per finanziamento illecito e riciclaggio

Carlo Fidanza, Chiara Valcepina e Roberto Jonghi Lavarini, il barone nero

Carlo Fidanza, Chiara Valcepina e Roberto Jonghi Lavarini, il barone nero

Milano - Si chiama Lali Panchulidze, la 36enne georgiana indagata dalla Procura di Milano per finanziamento illecito e riciclaggio nel fascicolo scaturito dall'indagine giornalistica di Fanpage su presunti fondi 'opachì per la campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le amministrative milanesi. È la donna che ritirò il 30 settembre un trolley, mentre il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini osservava a distanza, dove i giornalisti invece del denaro avevano messo libri.

È stata perquisita ieri e presiede l'Associazione Culturale Internazionale Ecumenica Cristiana Italia Georgia Eurasia (Acigea), la cui sede è stata anch'essa oggetto del blitz della Gdf. Acigea, si legge sul sito, è «una associazione culturale legalmente costituita e ufficialmente riconosciuta dallo Stato Italiano, dalla Unione Europea e dalla Regione Lombardia». Oltra a un post di Jonghi Lavarini dal titolo "con la Georgia un legame antico" sul sito si vedono anche fotografie nelle quali Panchulidze («contessa», la definisce Jonghi) è con Gianluca Savoini, presidente dell'associazione Lombardia-Russia indagato a Milano nell'inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega.

«Siamo partner ed amici della associazione culturale Lombardia Russia di Gianluca Savoini», si legge sempre sul sito. Mentre sul suo blog personale la 36enne si descrive così: «rappresentante di un'antica famiglia ortodossa georgiana (...) impiegata di banca ed insegnante, ha lavorato nel settore del commercio internazionale euroasiatico di moda, design e beni di lusso. Attualmente si occupa di comunicazione, promozione, eventi e servizi video fotografici». È vice presidente «dell'associazione Aristocrazia Europea, con delega ai rapporti internazionali, attiva in diverse iniziative culturali, ed appassionata di arte, poesia, musica classica, balli tradizionali e folkloristici. Fedele alle proprie tradizioni, rappresenta, in Italia, la Casa Reale Bagrationi di Georgia, la più antica e nobile dinastia della Cristianità». 

Lali Panchulidze è la quarta persona indagata nell'inchiesta milanese per finanziamento illecito e riciclaggio scaturita dall'indagine giornalistica di Fanpage su presunti fondi 'opachi' per la campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le amministrative milanesi. E' lei che  il 30 settembre ritirò un trolley - mentre Jonghi Lavarini osservava a distanza - dove i giornalisti di Fanpage invece di denaro avevano messo libri. Perquisizioni della Guardia di finanza nellambito dell'inchiesta condotta dai pm Piero Basilone e Giovanni Polizzi, sono state effettuate ieri nell'abitazione della donna e anche gli uffici. Sono stati sequestrati, oltre a documenti cartacei, anche computer e dispositivi informatici.

li altri indagati, tutti per l'ipotesi di reato di finanziamento illecito e riciclaggio sono l'eurodeputato di FdI, Carlo Fidanza, il commercialista Mauro Rotunno e lo stesso Roberto Jonghi Lavarini. Le indagini puntano a verificare se le parole dei protagonisti, in particolare di Jonghi Lavarini, pronunciate nel fimato di Fanpage, realizzato con un cronista infiltrato, sono solo millanterie oppure nascondono un sistema che ha funzionato in altri casi in quel modo. Nei video si parla di "lavatrici" per ripulire il denaro, di finanziamenti in nero e di soldi a "referenti politici".

Nei filmati vengono tirati in ballo (ma non risultano indagati) anche la neoconsigliera milanese di Fdi Chiara Valcepina e esponenti della Lega, tra cui il consigliere lombardo Max Bastoni, l'eurodeputata Silvia Sardone, l'ex europarlamentare Mario Borghezio e il consigliere di zona Stefano Pavesi. Nella seconda puntata, in particolare, è stato mostrato un incontro tra il cronista e Jonghi che chiedeva soldi, a suo dire, per "referenti politici", facendo quattro nomi che Fanpage ha scelto di 'omissare'. Il 30 settembre, a ridosso delle elezioni e dopo quell'incontro, Fanpage fece avere una valigia, ma al posto dei soldi, dentro c'erano la Costituzione e libri sull'Olocausto. Andò a ritirarla in una via del centro di Milano, pare per conto del barone nero, proprio la donna georgiana.

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