L’ex sindaco musicista ci riprova

Cassamagnaghi si propone alla guida del municipio che aveva già governato dal 2002 al 2007

di Barbara Calderola

"Corro per vincere". L’ex sindaco musicista sfida il manager. Il centrodestra ha scelto Daniele Cassamagnaghi. È lui il candidato che proverà a strappare il Comune a Ermanno Zacchetti, il bocconiano del Pd che negli ultimi 5 anni ha guidato Villa Greppi e che tenta il bis.

Il colpo di coda finale con divorzio a sinistra - Vivere Cernusco è uscita dalla coalizione dopo quasi 20 anni gomito a gomito con i dem - ha rimescolato le carte in tavola in vista delle amministrative. E se della designazione del flautista 67enne, già presidente del Conservatorio di Piacenza con una lunga carriera alle spalle, si vociferava da mesi - prima della scissione in casa avversaria - ora i partiti ufficializzano la scelta. Il suo, Forza Italia, e i partner, Fratelli d’Italia e Lega.

Sono le prime mosse della lunga campagna elettorale che la città vivrà da qui all’estate, la data dei comizi non è ancora stata indicata, ma si parla di giugno.

Sarà un duello all’ultimo voto "per riportare la città in vetta alla Martesana. Abbiamo perso posizioni, è ora di tornare a splendere come qualche anno fa", dice l’aspirante primo cittadino.

Secondo lui il declino è cominciato con l’avvento dei progressisti a Villa Greppi nel 2007, "ma nell’ultimo quinquennio abbiamo raggiunto il punto più basso".

Cassamagnaghi sferra la prima picconata al contendente con voce che più gentile non si potrebbe. "Lo spettacolo degli ultimi mesi certifica quel che abbiamo raccontano in questi anni dall’opposizione: la sinistra è spaccata, si chiude un mandato disastroso fra campo da rugby fantasma e Piano di governo del territorio incompiuto. Quello attuale è realizzato al 97% e senza il nuovo documento a farne le spese saranno i cittadini. Non è burocrazia, in gioco ci sono presente e futuro".

L’attuale vice presidente del Consiglio punta a ritornare sulla poltrona dove si è già seduto fra il 2002 e il 2007, e prima ancora da assessore alla Cultura, e dalla quale fu sfrattato dall’allora enfant prodige della politica di casa, Eugenio Comincini, oggi senatore democratico dopo due mandati trascorsi alla testa del Municipio.

Comincini ha lasciato lo scettro al delfino Zacchetti, che "neppure la scusa dei due anni di lockdwn potrà salvare dalle sue responsabilità: le delibere parlano da sole – rincara l’azzurro –. Sugli impianti sportivi sono stati fatti errori di fondo, mentre la variante al Pgt è arrivata in aula in quest’ultimo scorcio di consigliatura alla fine di una gestazione durata due anni e mezzo. Serve un cambio di passo".

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