La tecnologia si integra nell’architettura

Francesco Felice Buonfantino*

Con immenso stupore, parlando con qualche milanese, ci siamo resi conto che l’eccesso di grattacieli, palazzoni vetrati, edifici dalle forme strane, non viene letto da molti come un’innovazione, uno sguardo sul futuro, un’opportunità, ma come una spersonalizzazione, uno stile freddo che rinnega l’identità di un popolo. In una città che ha fatto del design e dell’architettura il suo biglietto da visita, in una metropoli in cui “noi architetti” leggiamo un estro fuori dal comune, una boccata d’ossigeno per i nostri saperi, alcuni si sentono spaesati. Eppure, è proprio grazie all’apertura verso il “nuovo” che in questi decenni Milano è stata presa d’assalto dai colossi mondiali, è grazie al fermento creativo se Apple, Feltrinelli, Mondadori, Unicredit, Google, grandi case di moda e altri hanno investito apportando, tra l’altro, il proprio Know-how. Aggiungere conoscenze, stratificare stili, adeguare le città alle epoche storiche consente, lo sosteniamo da sempre, di lasciare un’impronta nel futuro. Samsung ha fatto la sua parte, costruendo nel 2015 un vero polo tecnologico. Si chiama Samsung District, a voler sottolineare la forte identità aziendale. "In passato, nell’architettura e nel design, la tecnologia era percepita come elemento estraneo. Oggi la tecnologia non solo si integra con il progetto architettonico, ma semplifica ogni processo della filiera" ha dichiarato Martino Mombrini, direttore Marketing Divisione IT di Samsung Electronics Italia. L’edificio ospita lo showroom, un auditorium e gli uffici per un totale di 9 piani e 12.500 mq. Risparmio energetico, innovazione nei materiali e benessere degli ambienti hanno permesso alla struttura di ottenere la certificazione Leed Gold. A realizzare l’opera, lo studio d’architettura statunitense Kohn Pederson Fox e i lavori sono iniziati nel 2010. L’edificio si mostra con una forma irregolare e con colonne perimetrali inclinate e le facciate sono in vetro stratificato. Gli spazi sono studiati per favorire lo smart working e l’ingresso diretto della luce naturale. Solo fonti rinnovabili. In cima all’edificio una punta illuminata cambia colore. * Gnosis Progetti

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