GIAMBATTISTA ANASTASIO E GIULIA BONEZZI
Cronaca

La crisi della Baggina: niente commissario (per ora) al Pio Albergo Trivulzio

Accordo tra sindaco e presidente su Tronca, la scelta slitta per i dubbi di FdI ma la situazione descritta dall’Agenzia di controllo richiede poteri straordinari

L’ingresso del Pio Albergo Trivulzio

Milano, 1 agosto 2023 –  Non è stato commissariato ieri, il Pio Albergo Trivulzio. La decisione è slittata, l’ultima data per procedere entro agosto è la prossima settimana, con la Giunta regionale pre pausa estiva. Altrimenti se ne riparlerà a settembre, ma un’alternativa al commissariamento appare al momento poco probabile data la situazione emergenziale dei conti della Baggina, documentata dalla due diligence affidata all’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo che ieri è stata esaminata anche dal governatore Attilio Fontana.

Tra il presidente della Regione, il suo assessore al Welfare Guido Bertolaso e il sindaco Beppe Sala c’è convergenza sia sul commissariamento sia sulla persona al quale affidare il risanamento del Pat: l’ex prefetto di Milano (poi commissario di Roma Capitale) Francesco Paolo Tronca, oggi presidente della Fondazione Beic che deve realizzare la nuova Biblioteca europea d’informazione e cultura a Porta Vittoria con oltre cento milioni di euro da fondi Pnrr. Incarico che Tronca dovrebbe lasciare, qualora fosse nominato commissario della Baggina. A far slittare la decisione sarebbero state le resistenze di Fratelli d’Italia, l’azionista di maggioranza della Giunta guidata dal leghista Fontana che vorrebbe approfondire la situazione prima di deliberare la cura più drastica, ma anche la volontà di cercare una exit strategy che allontani dai vertici della Baggina (la presidente del Consiglio d’indirizzo Dina Ravera, indicata dal Comune che esprime tre consiglieri su cinque, e il direttore generale Giuseppe Calicchio, di nomina, invece, regionale) l’ombra della responsabilità per una situazione che ha visto i problemi antichi del Trivulzio deflagrare per cause eccezionali, in testa la pandemia (con la crisi del modello Rsa, e d’immagine per l’istituto) e i rincari dell’energia.Tuttavia la situazione - e la due diligence confermerebbe nella sostanza il quadro trapelato negli ultimi mesi -, con uno sbilanciamento milionario nei conti provocato dal grave calo del core business storico (le strutture per anziani) che né gli sforzi per crescere in altre attività (come la riabilitazione extra-ospedaliera, le cure intermedie, domiciliari, l’ambulatoriale), né gli introiti generati da un patrimonio immobiliare frutto di secoli di donazioni hanno potuto compensare, richiederebbe i poteri di un commissario.

Anche perché la boccata d’ossigeno arrivata con l’assestamento di bilancio della Regione - alle Asp sarà rimborsato il 100% dei budget assegnati per l’esercizio 2021 e il primo trimestre del 2022 - si ferma alla fine dello stato d’emergenza Covid. E la praticabilità, almeno nel breve, dell’ipotesi gradita ai vertici del Pat di trasformarsi da Asp in Asst (con annesso ripianamento dei conti da parte della Regione) non appare all’orizzonte.