Infermiere aggredito da padre e figlio al Pronto soccorso del Fatebenefratelli

Pugni e sputi per contestare la lunga attesa, aggredita anche la guardia giurata

L'ospedale Fatebenefratelli

L'ospedale Fatebenefratelli

Milano, 17 giugno 2019 - Due pazienti hanno aggredito un infermiere perché erano esasperati dall'attesa lunga oltre 12 ore prima di essere visitati. É accaduto al Fatebenefratelli di Milano, al Pronto soccorso oftalmico, dove un operatore addetto al triage, ieri è stato preso a pugni e sputi da due cittadini - padre e figlio - e minacciato di morte. Anche la guardia giurata, intervenuta a difesa dell'infermiere che nel frattempo si era chiuso dentro il locale del triage, ha subito una contusione alla spalla. La situazione ha richiesto anche l'intervento delle forze dell'ordine. Ormai da tempo, c'è un solo medico al Pronto soccorso invece dei due previsti dagli standard minimi, denuncia l'Usb. Anche la situazione degli infermieri è gravissima - dice sempre l'Usb - dal momento che spesso un solo infermiere deve fare le operazioni di triage e assistere anche i medici nelle sale, condizione abbondantemente fuori da quanto previsto dalle regole. Al momento dell'aggressione il medico e l'infermiere erano impegnati tra l'altro in una gravissima emergenza per assistere un bambino di quattro anni che si era conficcato una forbice nell'occhio. "Ormai da anni denunciamo la situazione dei Pronto Soccorso in tutto il paese e in Lombardia in particolare e anche per il pronto soccorso in questione l'Usb aveva segnalato di recente la grave situazione venutasi a determinare dopo i tagli", fa sapere il sindacato. "In particolare per il pronto soccorso, ormai da un anno stiamo aspettando risposte dalla direzione sanitaria dopo che attraverso i nostri delegati, che le vivono quotidianamente sulla propria pelle, avevamo segnalato il verificarsi di analoghe situazioni. Rimangono la disperazione e la frustrazione di medici e personale sanitario, sempre in prima linea per garantire un servizio importante e necessario ai cittadini, ma che malgrado le tante segnalazioni non ottengono risposte né dalla dirigenza aziendale né dagli amministratori della sanità regionale".  

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