Incendio Torre dei Moro: la farmacia che non dimentica

Tamponi gratis, slot vaccinali dedicati, documenti digitali: da agosto ad oggi sostegno alle famiglie rimaste senza casa per il rogo

Lo scheletro della Torre dei Moro, il grattacielo divorato dalle fiamme

Lo scheletro della Torre dei Moro, il grattacielo divorato dalle fiamme

Milano - A settembre si era impegnato a fare della sua farmacia un posto in cui chiunque potesse farsi o rifarsi un’identità digitale. Si era impegnato a frequentare i corsi necessari a conseguire l’abilitazione di accertatore di Spid, acronimo che sta per “Sistema pubblico di identità digitale“. Un’idea che gli era stata suggerita da un dato di fatto e da un dramma consumatosi proprio in quei giorni a poche centinaia di metri dalla sua farmacia.

Quanto al dato di fatto, sapeva che dal primo ottobre 2021 lo Spid sarebbe diventato indispensabile per accedere on line a tutti i servizi e le app della pubblica amministrazione, compresi i servizi e le app della sanità, dal fascicolo sanitario ad Immuni, e che in molti in quartiere non sarebbero stati pronte ad abbracciare la svolta digitale. Il dramma consumatosi a pochi metri dalla sua farmacia è, invece, l’incendio della Torre dei Moro, verificatosi il 29 agosto 2021. Allora Massimo Mele, titolare della farmacia “La Sapienza“ di via Antonini, è partito da loro, dalle famiglie rimaste senza casa, da chi in quel rogo aveva perso tutto, a volte anche i documenti. Da qui l’impegno a diventare accertatore di identità digitale, un impegno messo nero su bianco su queste pagine il 3 settembre. Un impegno ora onorato: Mele e la sua farmacia sono divenuti “Registrant Autority Officers“. L’identità digitale è stata concessa gratuitamente a chi risiedeva nella Torre dei Moro ed è concessa a prezzo calmierato a tutti gli altri. Le farmacie che offrono un servizio simile si contano sulle dita di una mano in Lombardia.

Ma è riduttivo fermarsi qui. Dal 29 agosto ad oggi l’impegno della farmacia di via Antonini nei confronti delle famiglie che hanno perso il loro appartamento è stato continuo e ha toccato più fronti. Per loro i tamponi sono gratuiti. E a loro sono stati riservati slot per ricevere la terza dose del vaccino contro il Coronavirus. Detto altrimenti: quel che si dice una farmacia di quartiere, un’applicazione concreta di quello che si intende quando si parla di “servizio di prossimità“ ma anche di assistenza sociosanitaria territoriale. Tutto questo in aggiunta all’attuale congiuntura pandemica che già di per sé, come si è visto in queste festività natalizie, mette le farmacie sotto pressione.

"Le farmacie in questo periodo stanno moltiplicando gli sforzi al limite delle proprie possibilità – spiega Mele –. Molte, compresa la nostra, hanno aderito alla campagna vaccinale anti-influenzale e a quella per la terza dose: stiamo somministrando i vaccini Pfizer con particolare attenzione ai fragili e agli anziani. Per un anziano, spesso con problemi di deambulazione, raggiungere un hub vaccinale può essere complicato. Non dimenticherò mai gli occhi pieni di gratitudine e sperenza di una nonnina di 94 anni, occhi che motivano ad andare avanti anche se altre volte il rapporto con i clienti è difficile perché sono pieni di rabbia e il carico di lavoro è davvero enorme: sono saltati i riposi settimanali dei dipendenti e spesso lavoriamo anche nelle pause pranzo. Anche i farmacisti si ammalano e dobbiamo gestire una situazione occupazionale difficile, che vede penuria di laureati anche in regime libero professionale. Cerchiamo – conclude Mele –, di fare rete col tessuto medico e sanitario territoriale, nella speranza che questa emergenza termini presto".

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